Come responsabilizzare un adolescente

I 5 consigli dell'esperta per responsabilizzare i nostri figli adolescenti, aiutandoli a diventare grandi per affrontare la vita al meglio

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Il periodo dell’adolescenza è una fase delicatissima per i ragazzi e per gli equilibri familiari, perciò capire come accompagnare e responsabilizzare i nostri figli, in questa fase, può essere determinante per la loro crescita e la nostra serenità. Siamo stati tutte e tutti adolescenti e sappiamo quanto siano messi in crisi alcuni schemi, come si centralizzi il ruolo degli amici, come si mettano in discussioni le autorità, anche quelle familiari, e come vengano destabilizzate la maggioranza delle certezze.

Il grande filosofo, il professor Galimberti, insieme ad altri illustri colleghi, non smette di ripetere quanto sia importane il lavoro che il genitore abbia fatto in precedenza. L’’adolescente che oggi non ci ascolta, era ieri un bambino/a pronto ad assorbire i nostri insegnamenti e ad apprendere attraverso i nostri esempi. Lui come altri esperti/e non smette di sensibilizzarci sul compito da svolgere, al meglio, prima dell’adolescenza.

Sull’adolescenza si sono scritte intere enciclopedie ma nessun tomo, purtroppo, riesce a costituire una guida precisa e rigorosa da seguire per uscirne indenni dal lato figlio come dal lato famiglia. L’adolescenza è un periodo meraviglioso, ma è anche fonte di crisi, sensi di inadeguatezza e ansie. Non ci rimane che stare accanto al proprio figlio, alla propria figlia, senza ingerenza, a distanza, facendo capire che ci siamo, ma che è giunto il momento di cominciare a crescere da soli.

Pensiamo ai disturbi alimentari dell’adolescenza per capire la percezione che si ha sul proprio corpo in questa fase e a quanto possiamo fare se rimaniamo vigili, durante questi anni complicati.

Uno dei temi legati all’adolescenza è certamente quello relativo alla responsabilità: per la prima volta egli ed ella si muoveranno nel mondo pressoché da soli, senza rete di protezioni, senza le spalle di mamma e papà, questo sarà arricchente ed affascinante da un lato, ma dall’altro creerà anche un problema legato alle proprie azioni ed alle conseguenze che ne derivano.

Per questo, sul tema di come responsabilizzare un adolescente, abbiamo ritenuto opportuno confrontarci con un’esperta in materia, la dottoressa Miolì Chiung, responsabile dl Centro Salem, a Milano.

Il rispetto dei ruoli

La dottoressa Miolì Chiung ci ha dato una serie di consigli per aiutarci a responsabilizzare i nostri figli e  le nostre figlie adolescenti. Rimane valida la consueta premessa che essi sono dei principi generali, che vanno reinterpretati e declinati caso per caso. Ancor più, se stiamo attraversano un momento delicato o se è nostro figlio/a a patire particolari criticità, l’aiuto di un esperto/a rimane il migliore dei consigli.

“Il periodo dell’adolescenza è caratterizzato dalla voglia di sperimentare la propria autonomia e cominciare a prendere delle decisioni in maniera libera. La trasgressione è la parola chiave di questa fase evolutiva, ma bisogna ricordarsi dei ruoli. Un genitore in questa fase deve essere presente, ma con la giusta distanza.

Stimolare il senso di responsabilità nell’adolescente, sia in casa che fuori. Insegnare ai propri figli il rispetto del prossimo e il nesso tra causa e conseguenza delle loro azioni. Un ragazzo valorizzato e responsabilizzato sarà in grado di compiere scelte più mature”.

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Come rendere responsabili i nostri figli/e

Non dire sempre Si

Lo abbiamo capito sin dal primo vagito, con il bambini è facile stancarsi e darle tutte vinte, anche solo per spirito di sopravvivenza. Il nostro compito è tutt’altro, però, e lo sappiamo. Accontentare i nostro figli sempre e su tutti i fronti, non per volontà piena e lucida ma per sfiancamento non è vantaggioso. Soprattutto non lo è per il futuro dei nostri ragazzi.

Ecco cosa ci dice la dottoressa Miolì Chiung a tal proposito.

Negoziare è una delle regole principali per responsabilizzare i nostri cari adolescenti. I ragazzi non devono averla vinta subito, ma devono imparare a mediare per ottenere qualcosa. Ci saranno delle regole e dei confini ben stabiliti dai genitori e poi ci saranno dei momenti in cui negoziare la regola sarà possibile anche in quanto occasione di confronto. La regola è un terreno che i ragazzi sentono come stretto, ma che è indispensabile per capire il valore ed il prezzo della libertà. Imparare a stare nelle regole permetterà al futuro adulto di gestire con sensatezza la sua libertà o almeno l’ effimera idea che si possa vivere senza regole”.

Essere attenti alla coerenza dei segnali

Tra le prime discussioni che si hanno nella coppia, quando si diventa genitori, c’è la linea educativa da dare ai propri figli. Non si tratta di bazzecole, infatti alcune coppie “scoppiano” per questo motivo. È normale pensarla diversamente, perché siamo frutto dell’educazione ricevuta. Però dobbiamo fare uno sforzo e trovare una linea unica che sarà quella che nostro figlio/a sarà chiamato a seguire.

“Parlare chiaramente è la terza regola d’oro per responsabilizzare i nostri figli adolescenti. Sempre più spesso mi capita di incontrare genitori che mandano messaggi e informazioni discordanti tra di loro. La storia del poliziotto buono e cattivo non funziona, anzi produce effetti devastanti sulla salute emotiva dei figli. I messaggi educativi ambivalenti non permettono ai ragazzi di capire che strada perseguire ma consentono al ragazzo di approfittarsi di questa dicotomia per fare quello che vuole. È frequente che questo accada tra genitori separati”.

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Come rendere responsabili i nostri figli/e

Seguirli nell’uso dei social

Un problema che non avevano i genitori di qualche decennio fa è quello dell’uso degli smartphone e dei social. Purtroppo sappiamo i danni che possono provocare quando vengono messi in mano a bambini, preadolescenti o adolescenti senza un adeguato sostegno ed insegnamento.

Pensiamo sempre che abbiamo tutti seguito un corso di scuola guida prima di prendere la patente, che abbiamo guidato con il figlio rosa, o insieme a qualcuno più esperto di noi, prima di essere in auto da soli,  molti chilometri abbiamo fatto, prima d avere una nostra macchina o di guidare in autostrada. Lo stesso dovrebbe essere con l’uso dei device che molto ha a che fare su come responsabilizzare i nostri figli adolescenti.

Educate all’uso consapevole di social. Utilizzate quello che accade sui social come argomento di conversazione e riflessione. Insegnate ai ragazzi la differenza tra virtuale e reale, dando degli occhiali da lettura più consapevoli di ciò che osservano. Fate capire che le loro azioni sui social hanno conseguenze reali sulla propria vita e su quella degli altri/e”.

Gestire il conflitto e il fallimento

Su quest’ultimo punto, possiamo dire che molti di noi, adulti e vaccinati, vantano non pochi problemi. Per nessuno di noi è facile capire quando valga la pena combattere per le proprie battaglie  e quando sia meglio lasciare andare. Moltissimi di noi hanno problemi con la sola idea del fallimento. Per questo è facile capire quanto sia importante che, sin da adolescenti, si istradino i ragazzi su questi due fronti. Ce lo spiega bene la dottoressa Miolì Chiung, a conclusione di questa preziosa intervista.

Insegniamo agli adolescenti a gestire il conflitto. Non è possibile evitare il conflitto e non possiamo pensare che abbia solo un’accezione negativa. Imparare a risolverlo permette al ragazzo di maturare una consapevolezza delle proprie capacità di negoziazione

Non spianiamo loro la strada. Ogni ragazzo ha il diritto e il dovere di poter sbagliare e riprovarci, di misurarsi con i suoi limiti e le sue potenzialità. Evitiamo di crescere ragazzi che non affrontano mai l’errore, che non si mettono mai in discussione e che non hanno mai un problema. Questo discorso vale sia da un punto di vista concreto, ma soprattutto dal punto di vista emotivo. I ragazzi devono affrontare tutte le emozioni, anche quelle negative, perché facendo esperienza di queste saranno in grado di gestirle meglio in futuro. Sconfitta, rifiuto, tristezza sono sentimenti che devono essere provati”.