Come affrontare bullismo e cyberbullismo e aiutare i tuoi figli

Pandemia, incertezza sul futuro, stereotipi aggressivi e violenti stanno esacerbando il fenomeno del bullismo, in tutte le sue forme. Ne abbiamo parlato con una psicologa, per capire come fare.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Capire come affrontare bullismo e cyberbullismo è urgente ed importante, in quanto si tratta di fenomeni sempre più diffusi, che hanno gravi conseguenze sulla psiche dei nostri ragazzi. Bisogna capire come combattere il bullismo per poter prevenire e per poter aiutare i nostri figli. La cronaca ci riporta troppo spesso episodi violenti, che hanno come protagonisti anche giovanissimi. L’abbassamento dell’età dell’uso dei social network, molto spesso poco controllati dai genitori, sta portando a manifestazioni di cyberbullismo, anche nella scuola primaria.

Occorre innanzitutto conoscere e distinguere questi fenomeni, per poterli affrontare meglio. Abbiamo chiesto aiuto ad una psicologa, per poter riconoscerne i sintomi, ma soprattutto per prevenire questi odiosi e pericolosi comportamenti, che possono essere causa di conseguenze gravissime.

Che cos’è Il bullismo, come descriverlo

Potrebbe non esser facile capire quando abbiamo a che fare con un bullo vero e proprio. Si abusa sempre più spesso di questa parola, ma è decisivo, anche in termini di prevenzione e tutela della vittima, capire quando siamo davvero di fronte ad un fenomeno da classificare come bullismo.

Abbiamo chiesto alla dottoressa Laura Sola, psicologa e psicoterapeuta, come descrivere il bullismo e con quali azioni si manifesta.

“Può essere definito come un’azione che mira deliberatamente a fare del male o a danneggiare un altro individuo, reiterata nel tempo. Il bullo desidera sopraffare una persona per sentirsi più forte, più importante, per contare di più nel gruppo, prendendosela con la sua vittima.

Esistono vari tipi di bullismo, possono essere distinti in verbale, psicologico e fisico. Nel bullismo verbale, il bullo prende in giro la vittima con le parole, insultandola o minacciandola; in quello psicologico, il bullo ignora o esclude la vittima dal suo gruppo o mette in giro voci false sul suo conto; infine, nel bullismo fisico, il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spinte o la molesta sessualmente.

Differenze tra bullismo e cyberbullismo

Abbiamo visto, grazie alla dottoressa Sola, che sono diverse le azioni che caratterizzano il comportamento del bullo. Quando queste avvengono attraverso l’uso di strumenti tecnologici, come i diversi tipi di device, possiamo parlare di cyberbullismo.

“Cyberbullismo è il termine che indica atti di bullismo compiuti attraverso mezzi elettronici come mail, messaggeria istantanea, blog, telefoni cellulari e siti web.”

La prepotenza di questo tipo di bullismo, la sua ampia diffusione con un considerevole abbassamento dell’età sia dell’autore che della vittima, risente del grande uso dei social network, del maggior tempo che i ragazzi passano su di essi, in maniera incontrollata e senza che il genitore abbia gli strumenti per instradarne e monitorarne l’ingresso.

L’incapacità degli adulti ad una buoa gestione dei device, e dei social, il minimizzare i comportamenti virtuali dei propri figli, l’indifferenza verso quello che fanno i bambini sui social network, sono alla base di molte tragedie che hanno visto, come protagonisti, anche giovanissimi. I genitori non devono e non possono impedire ai figli l’uso di strumenti ormai imprescindibili nella vita quotidiana, ma, dall’altro canto non devono lasciarli soli o troppo liberi di fronte ad essi, soprattutto perché i ragazzi sono sempre più connessi, in età giovanissima”.

È importante ricordare che la stessa materia è regolamentata dalla legge n. 71 del 2017, e che, di fronte ad alcuni comportamenti, si parla di veri e propri reati, dunque penalmente perseguibili. Per questo è nell’interesse di tutti, vittima e bullo, che l’adulto sia attento ed eviti di sminuire azioni potenzialmente violente ed aggressive.

bullismo e cyberbullismo

Bullismo e cyberbullismo a scuola

Sebbene la scuola dovrebbe essere un luogo protetto, spesso, la cronaca ci ha riportato episodi di bullismo e cyberbullismo che proprio nelle classi mettevano radici.

La scuola, dunque, già dalla primaria, ha questo difficilissimo compito: prevenire tali comportamenti e riconoscere i fenomeni ed i segnali della vittima, per poterla aiutare tempestivamente, mettendo in atto azioni mirate anche verso il bullo, e la relativa famiglia. Ecco cosa ci racconta la psicologa.

“Se parliamo di scuola, occorre, prima di tutto, focalizzare l’attenzione sulla rilevanza del ruolo degli educatori, che devono poter affrontare i diversi comportamenti bullistici attraverso un’adeguata formazione. Il personale scolastico deve insegnare ai bambini a comunicare i propri bisogni e le proprie esigenze, attuando un ascolto attivo e promuovendo anche il concetto di comunione con il prossimo. Bisogna insegnare ai ragazzi a lavorare insieme, ad affidarsi, ad aiutarsi e a condividere. Infine, maestri e professori hanno il compito di prestare maggiore attenzione in classe e negli spostamenti all’interno della scuola, vigilando e sorvegliando, in modo da poter verificare facilmente situazioni in cui i bambini sembrano vivere un disagio. Il bullizzato è un bambino o ragazzo che subisce delle prepotenze: colpi, pugni, calci, esser rinchiuso in una stanza, ricevere bigliettini con offese e parolacce. Questi fatti capitano spesso nelle scuole e chi subisce non riesce a difendersi, per questo è importante che ci sia una vigilanza attiva e costante.”.

Bullismo: quali sono i segnali e le conseguenze

Per poter intervenire, aiutare i nostri figli, difendere e combattere il fenomeno, è importante capire quali siano i segnali che devono allarmarci. Quali sintomi presenti la vittima e quali siano le conseguenze principali che possono scaturire da comportamenti del genere.

Purtroppo, siamo stati messi tante volte al corrente dalla cronaca stessa delle conseguenze gravissime, vere e proprie tragedie, causate da fenomeni di bullismo. Per questo è importante che gli adulti, i ragazzi e la scuola facciano fronte comune, non ignorino il problema ma siano sempre in comunicazione gli uni con gli altri.

“I segnali di disagio, che ci aiutano a capire se siamo di fronte ad una vittima di bullismo, sono molteplici: mal di testa, crollo del rendimento scolastico, mal di pancia, apatia, crisi di pianto, scatti di ira, sino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico. Se il ragazzo, il bambino, subisce atti di bullismo fra i compagni, ovviamente gli attacchi di panico si concentreranno la mattina prima di andare a scuola.

Inoltre, con il protrarsi del fenomeno, si verifica in loro una perdita di sicurezza e di autostima. Tale disagio influenza negativamente la vittima sia a livello psichico, con una progressiva diminuzione dell’apprendimento ed una difficoltà di concentrazione, sia a livello somatico, con il sviluppo di  sintomatologie organiche, come gastralgie e cefalee. I bulli, dall’altro canto, se non adeguatamente aiutati, possono considerare i loro comportamenti aggressivi come una metodologia efficace per ottenere vantaggi nel tempo”.

Come affrontare bullismo e cyberbullismo e aiutare i tuoi figli

Per concludere, abbiamo visto come spesso è all’interno o attorno al contesto scolastico che possono manifestarsi i primi episodi di bullismo e di cyberbullismo, per questo, al fine di aiutare i nostri figli, oltre ad una grande attenzione ai loro comportamenti e stati d’animo, non possiamo che fare un discorso generale che contempli l’aiuto della scuola. Del resto, ricordiamoci che è lì che i nostri figli, dai bambini ai ragazzi, passano la maggior parte del loro tempo, intessono le prime importanti relazioni, si confrontano con i propri coetanei.

La dottoressa Sola ci ricorda proprio il grande ruolo che ha la scuola, nell’affrontare insieme a noi il fenomeno, per aiutare i nostri figli siano essi vittime od autori di questi disprezzabili comportamenti.

“Purtroppo, il bullismo, in tutte le sue forme, e lo stesso cyberbullismo si manifesta già alle elementari: si vedono bambini con smartphone in mano, dove nelle chat di gruppo passa di tutto: riferimenti alla sfera sessuale, forme di prepotenza virtuale, linguaggio forte.

È importante e centrale il ruolo di tutti gli adulti di riferimento, dai genitori ai docenti, nel cogliere i segnali e lavorare in sinergia. Occorre parlare del fenomeno ai ragazzi, spiegare, anche con l’ausilio dei libri, dei video o prendendo spunto anche da fatti conosciuti. Lo si può fare con tutta la classe, in modo tale che tutti siano consapevoli dei risvolti negativi di queste azioni. Bisogna lavorare con loro sulla costruzione di una solida autostima e sulla capacità di chiedere aiuto senza vergogna, lottando così contro la cultura dell’omertà. Occorre impegnarsi nella quotidianità, attraverso regole chiare e aperture al dialogo, con una costante e fiduciosa sinergia scuola-casa”.

Il dialogo, dunque, ancora una volta è la chiave di accesso per aiutare a prevenire, ma anche per far comprendere che le nostre azioni hanno sempre delle conseguenze. Spiegare ai bambini, ai ragazzi il bullismo vuol dire renderli responsabili di fronte a ciò che vedono, in modo che possano sempre aiutare, parlandone anche con un adulto, chi subisce violenza. Bisogna insegnare ad essere di aiuto, a non lasciare solo chi è vittima di violenza e denunciare gli atti di bullismo ai quali si assiste. Questo, infine, ci permette anche di aiutare il bullo che, non troppo di raro, è vittima anch’egli di comportamenti aggressivi o stereotipi violenti dai quali si può e si deve salvarlo, nel bene di tutti e della comunità che creeranno da adulti.