Come gestire l’aggressività nei bambini con i consigli dell’esperta

Una certa dose di aggressività, nei primissimi anni di vita, è normale e non deve metterci in allarme, ma rimane importante sapere cosa fare e quando preoccuparci, secondo l'esperta.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

I bambini aggressivi sono spesso oggetto di discussione fra mamme al parco o davanti a scuola, le quali si lamentano di quel di morsetto al braccio del proprio figlio o del gioco strappatogli di mano, dall’amico. Trovarsi di fronte ad un bambino/bambina che strattona, urla, si arrabbia, prevarica i coetanei con azioni o linguaggio, è assolutamente normale ed assai comune anche se, comprensibilmente, poco piacevole. Forse, alcune di noi, un bambino/bambina così lo abbiamo in casa e non sappiamo cosa fare.

L’aggressività nei bambini, soprattutto a causa del giudizio che ne consegue, va trattata con le pinze, in quanto sono tante le sfumature che dobbiamo cogliere prima di tirare le somme e di etichettare un amico di nostro figlio o nostro figlio stesso.

I bambini non sono sempre consapevoli, come noi adulti, delle azioni che mettono in campo, delle conseguenze dei propri gesti, e soprattutto ci sono età e fasi della loro vita nelle quali l’aggressività fa parte del processo di crescita e di conoscenza di se stessi. Per questo motivo, meglio andare con i piedi di piombo prima di arrabbiarci a nostra volta, di punirlo, o di escludere dalla compagnia di nostro figlio/ a quel tale bambino. Ovviamente, ciò non vuol dire che dobbiamo solo metterci in disparte a guardare, senza fare nulla o che bisogna tollerare tutto quello che un bambino/a fa e dice.

E siccome sappiamo che non è facile riconoscere i sintomi di una reale aggressività da dover monitorare, da una fase delicata o da un momento normale di crescita del piccolo/a, abbiamo interpellato la dottoressa Miolì Chiung, psicologa, per fare chiarezza.

Aggressività nei bambini

Come vedremo a breve, ci sono tanti tipi di aggressività che i bambini manifestano anche in base all’età. Quello che urla perché si rifiuta di rispettare limiti, regole imposte da noi genitori, è diverso da chi strappa di mano il trattore o la bambola durante un gioco al parco, ed è ancora diverso da colui che si coalizza con altri compagni per mettere paura ai più piccoli. Sono tutte manifestazioni di aggressività molto diverse fra loro che vanno trattate in modo differente.

Per quanto possano essere spiacevoli alcune azioni, dobbiamo rapportarci con il bambino ricordandoci che non abbiamo a che fare con un adulto, che agisce in modo intenzionale e consapevole, soprattutto quando è molto piccolo.

“Quando parliamo di bambini e aggressività, entriamo in un territorio complesso e delicato. Dai pochi mesi in avanti, i nostri piccoli possono manifestare comportamenti che vanno dall’essere impulsivi con i loro giocattoli a litigare furiosamente con i coetanei, al parco giochi. È importante comprendere che una certa dose di aggressività è considerata normale nello sviluppo infantile. Fin dall’infanzia, i bambini imparano a conoscere il mondo e a gestire le proprie emozioni, anche attraverso l’aggressività, che può essere un modo per esprimere se stessi, per capire i confini e per interagire con gli altri.

Ad esempio, nei primi anni di vita, i bambini possono mordere o pizzicare come una forma di esplorazione sensoriale o di comunicazione. Questo tipo di comportamento può essere considerato normale e viene spesso superato con il tempo e con l’educazione sui modi appropriati di esprimere le emozioni. Il bambino, con la crescita, deve imparare ad interiorizzare un modo alternativo per gestire la sua rabbia”.

Bambini aggressivi
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Bambini aggressivi: cosa fare

5 diversi tipi di aggressività

La dottoressa ci ha offerto l’assist per fare una piccola considerazione: vi sarà capitato di essere testimoni dirette od indirette di quel bambino/a tornato a casa, dal nido, con il segno di un morso, un graffo, un pizzicotto. A volte, per quel segnetto, si mette una croce sulla scuola, o si snocciolano teorie caustiche, tassative sulla famiglia del bambino macchiatosi di cotanta aggressività. Invece, la dottoressa ha proprio chiarito che alcuni comportamenti, che comprensibilmente non fanno piacere a chi li subisce, entro certi limiti sono parte della crescita, dell’imparare a gestire emozioni contrastanti, e non vi è dietro alcun intento, dolo o cattiveria. I bambini manifestano aggressività con modalità differenti.

I 5 tipi di aggressività nei bambini:

  1. fisica;
  2. verbale;
  3. passiva;
  4. reattiva;
  5. proattiva.

“L’aggressività fisica comprende comportamenti come colpire, spingere, mordere o altri atti che causano danni fisici. L’aggressività verbale avviene con uso di parole offensive, minacce o insulti. L’aggressività passiva si manifesta attraverso comportamenti come l’isolamento sociale, il rifiuto di interagire con gli altri o l’ignorare intenzionalmente le regole. Quella reattiva scaturisce come risposta a situazioni di stress, frustrazione o contesti in cui il bambino si sente minacciato o non capito. Infine quella proattiva si verifica quando il bambino usa l’aggressività come mezzo per ottenere ciò che desidera o per imporre la propria volontà sugli altri”.

Bambini aggressivi
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Bambini aggressivi: cosa fare

Bambini aggressivi: le cause

Quando i bambini sono un po’ più grandi, possiamo anche ipotizzare che l’aggressività possa essere trovare radici in un contesto familiare dai modelli discutibili, da comportamenti violenti che vivono fra le  mura di casa, o che possa essere una reazione a situazioni che non si riescono a gestire, a paure profonde e così via. Le cause possono essere davvero molteplici, per cui abbiamo chiesto alla dottoressa Chiung  perché alcuni bambini possono diventare aggressivi.

“Perché i bambini diventano aggressivi? Le ragioni possono essere molteplici e intricatamene intrecciate. Dobbiamo capire che l’aggressività nei bambini non è un fenomeno monolitico.  Fattori ambientali come traumi o violenza familiare, maltrattamenti possono avere un impatto significativo sul comportamento dei nostri figli. Allo stesso modo, le predisposizioni biologiche o problemi emotivi, come l’ansia, possono contribuire ad innescare azioni aggressive. Inoltre, non sottovalutiamo l’influenza dei modelli di riferimento: i bambini imparano da ciò che vedono, quindi se sono esposti a modelli aggressivi è probabile che imitino quei comportamenti.

Sebbene alcuni livelli di aggressività siano considerati normali nello sviluppo infantile, ci sono segnali che possono indicare una preoccupazione”.

Bambini aggressivi
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Bambini aggressivi: cosa fare

Aggressività nei bambini: quando preoccuparsi e cosa fare

Lo abbiamo detto all’inizio: di fronte ad un bambino/a aggressivo non dobbiamo rinunciare a qualsiasi tipo di intervento, ma evitiamo solo di cadere subito in facili giudizi. Sarà necessario mettersi in ascolto e capire se dobbiamo preoccuparci o meno, ed eventualmente se dobbiamo mettere in campo azioni dal lato nostro.

È anche possibile che i bambini assumano comportamenti aggressivi verso noi genitori, come vedremo, per attirare la nostra attenzione. Pur di ottenerla si potrebbe essere disposti anche a farsi sgridare o a farsi punire. La cosa che più spaventa un figlio è essere ignorato. In questi casi, che sono tutt’altro che infrequenti, cerchiamo di offrire loro un’ attenzione positiva. Se il piccolo la ottiene quando è tranquillo, non avrà bisogno di combinare qualche guaio per farsi guardare dai noi!

Ma ora passiamo la parola alla dottoressa Chiung che ci spiega quando un comportamento aggressivo in un bambino debba preoccuparci e cosa fare.

“I segnali preoccupanti che devono destare la nostra attenzione sono:

  • frequenza e intensità;
  • persistenza nel tempo;
  • danni fisici;
  • cambiamenti repentini.

Ora analizziamoli meglio. Il fattore della frequenza e dell’intensità del comportamento aggressivo è determinate, quando consiste in un’interferenza con la vita quotidiana del bambino e delle persone intorno a lui. Il secondo elemento si realizza quando il comportamento aggressivo persiste per un lungo periodo senza miglioramenti significativi, nonostante gli sforzi educativi. Il coinvolgimento dei danni fisici è quello che incide in modo significativo sugli altri o a su se stessi. Infine, i cambiamenti improvvisi nel comportamento, come isolamento sociale o aumento dell’irritabilità, sono altri elementi spia di un atteggiamento da trattare con attenzione”.

Una volta appurato che l’atteggiamento di nostro figlio/figlia sia da non sottovalutare, cosa possiamo fare? Intervenire è importante anche in quanto previene azioni più gravi, che potrebbero essere compiute in futuro, ma avere un atteggiamento oppositivo e punitivo non paga, per cui può essere molto difficile per un genitore sapere cosa fare. Ecco le considerazioni conclusive di Miolì Chiung.

“Cosa possiamo fare se il nostro bambino si rivolge con violenza verso altri bambini? In primo luogo, dobbiamo intervenire tempestivamente, fermando immediatamente il comportamento aggressivo e separando i bambini coinvolti. Dobbiamo insegnare al nostro piccolo a comunicare in modo pacifico e ad affrontare i conflitti senza ricorrere alla violenza. E, soprattutto, dobbiamo promuovere la gestione delle emozioni, aiutandoli a capire e a esprimere ciò che provano senza ferire gli altri.

E cosa fare se il bersaglio dell’aggressività è proprio nei genitori? In questa situazione, mantenere la calma è fondamentale. Dobbiamo stabilire limiti chiari sul comportamento accettabile e non accettabile, comunicando apertamente con il nostro bambino per capire le sue frustrazioni e paure. Ma se il comportamento aggressivo persiste nonostante i nostri sforzi, non dobbiamo esitare a cercare supporto da professionisti qualificati che possano aiutarci a navigare attraverso queste acque agitate.”.