Amniocentesi o villocentesi: quale scegliere in gravidanza?

Amniocentesi o villocentesi? Le donne in gravidanza che si trovano a dover eseguire un esame invasivo si chiedono quale sia il migliore

L’amniocentesi e la villocentesi sono due esami invasivi che possono essere fatti in gravidanza. Entrambi hanno come obiettivo quello di aiutare i medici a diagnosticare la presenza nel feto di anomalie cromosomiche. In tutte e due i casi viene operata una puntura con l’inserimento all’interno dell’utero di un ago. Questo, con il controllo ecografico, consente di prelevare dei campioni di tessuti su sui verrà poi svolta un’analisi per individuare possibili anomalie cromosomiche.

Gravidanza: villocentesi o amniocentesi?

  • Quando vengono eseguite – l’amniocentesi solitamente si esegue a partire dal quinto mese di gravidanza, mentre la villocentesi si può fare intorno alla decima settimana, questo perché, in caso di anomalie cromosomiche oppure genetiche, la donna potrebbe decidere di non portare a termine la gravidanza.
  • Vantaggi e svantaggi – la villocentesi è da preferire in gravidanze che presentano già un rischio, ossia quando la maternità arriva a 35 anni, ma anche in caso di figli precedenti con anomalie cromosomiche oppure genetiche, in caso di traslucenza nucale e Bitest/Tritest positivi. Solitamente se si vuole interrompere la gravidanza in questo periodo la situazione si può risolvere con un raschiamento, senza ricorrere ad parto terapeutico. Fra i vantaggi c’è anche il fatto che l’ago non buca direttamente il sacco amniotico, dunque non c’è il rischio di infettare il liquido amniotico. La tecnica comunque sia è abbastanza difficile da eseguire e richiede l’ausilio di un medico particolarmente esperto. L’amniocentesi è preferibile nel caso in cui siano necessari dei controlli più approfonditi, ad esempio quando la morfologica ha individuato delle malformazioni o dei difetti del feto, ma anche quando la mamma ha contratto delle malattie come la rosolia, la toxoplasmosi o il citomegalovirus. In quest’ultimo caso l’esame permetterà di verificare se c’è stato un contagio dalla donna al bambino e nel caso si attuerà una terapia. Questo esame comporta alcuni rischi, questo perché il sacco amniotico viene penetrato. Ciò potrebbe provocare un aborto, ma anche l’amnionite, ossia l’infezione del liquido amniotico.
  • Attendibilità – l’amniocentesi ha un’attendibilità pressoché assoluta e i risultati si possono avere in due o tre settimane, anche nella villocentesi c’è una buona attendibilità e l’attesa per avere i risultati dura due o tre settimane.