Don Gnocchi, sacerdote: biografia e curiosità

Don Gnocchi è stato un importante scrittore italiano, nonché educatore. Ecco alcune informazioni sulla vita di questo noto personaggio

Don Gnocchi, ovvero Carlo Gnocchi è nato il 25 ottobre 1902. E’ stato un personaggio particolarmente amato ed apprezzato da molti in quanto ha svolto dei ruoli importanti tra cui quello di educatore e di scrittore. Si tratta, infatti, di un personaggio venerato dalla Chiesa Cattolica. Carlo divenne cappellano militare durante il periodo della Seconda guerra mondiale. Dopo aver vissuto questa triste esperienza di guerra, decide di portare la pace cercando di alleviare le sofferenze e la miseria causate da quel tragico avvenimento della storia. Carlo Gnocchi ha due fratelli più grandi nati dalla coppia composta da Enrico Gnocchi, noto marmista e dalla madre Clementina Pasta nel mestiere di sarta. Carlo è nato a San Colombano al Lambro, in prossimità di Lodi. La sua infanzia però è stata piuttosto difficile e complessa, poiché quando aveva solo cinque anni rimase orfano del padre. Dopodiché andò a vivere con i suoi fratelli e la madre a Milano. Anche questo periodo della sua vita venne segnato da un tragico episodio. I suoi fratelli maggiori di nome Andrea e Mario morirono di tubercolosi. Carlo divenne seminarista presso l’istituto del cardinale Andrea Ferrari. In seguito gli venne assegnato il ruolo di sacerdote dal’Arcivescovo di Milano. Una volta assunta questa importante funzione, Don Gnocchi ha celebrato la sua prima Messa il 6 giugno in una piccola cittadina di Brianza. In quest’ultimo paese, infatti, abitava sua zia e Don Gnocchi era solito trascorrere i giorni di vacanza. Non solo, questo paesino aveva per Carlo un valore particolarmente importante, poiché fu proprio qui che trascorse lunghissimi periodi di convalescenza. La sua salute era sempre stata piuttosto delicata e cagionevole. La prima funzione in ambito apostolico è stata quella di assistente d’oratorio. Grazie a questo importante impegno, il giovane Carlo iniziò ad acquisire notorietà, apprezzamento e stima da parte delle persone grazie alle sue spiccate abilità di educatore. Le sue doti non passarono affatto inosservate e, poco dopo, Carlo fu nominato direttore spirituale in uno degli istituti più prestigiosi di Milano, ovvero la scuola “Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane”. Questo periodo della sua vita è stato piuttosto impegnativo. Don Gnocchi si dedica intensamente agli studi, occupandosi anche della scrittura di alcuni saggi di pedagogia. Al termine degli anni ’30 gli viene assegnato un ulteriore carico importante, ovvero quello di assistente spirituale degli universitari della Seconda Legione di Milano. Quando però nel 1940 il paese entra in guerra, molti allievi vengono chiamati al fronte. Don Gnocchi, particolarmente dedito alle mille sfaccettature dell’educazione, soprattutto in quel periodo di grandi tensioni, decide di essere una presenza basilare per i suoi studenti anche nel pericolo. Si arruola quindi come cappellano volontario. Al termine della campagna nei Balcani, Carlo Gnocchi ha modo di fare una breve pausa nella quale rientra a Milano. Ma nell’anno 1942 parte nuovamente per il fronte ed è diretto in Russia. Con la ritirata del contingente italiano nel 1943, Don Gnocchi si trova ad affrontare degli episodi davvero complessi e stremanti. Infatti, il sacerdote cadde esausto ai margini della pista dove passava la fiumana dei soldati. Riuscì a salvarsi per miracolo in quanto venne raccolto su una slitta. Durante questo drammatico evento, Carlo si trovò ad assistere alpini in fin di vita e gravemente feriti. Tutto ciò che poteva fare era ascoltare le loro ultime volontà. Fu proprio questa esperienza a far nascere in lui il desiderio di dare vita ad un’importante opera di carità che venne messa in atto dopo la battaglia. Nell’anno 1943 torna a vivere in Italia ed inizia il suo difficile percorso di pellegrinaggio, cercando i familiari delle vittime decedute in guerra con lo scopo di dar loro un supporto sia morale che materiale. Questa importante funzione lo ha portato ad essere una figura fondamentale per molti politici e partigiani che fuggivano in Svizzera, poiché in questa situazione Don Gnocchi metteva a rischio la sua stessa vita. Le SS, infatti, lo arrestarono con l’accusa di spionaggio. Ma poco dopo Carlo riuscì a tornare in libertà grazie al provvedimento del cardinale Schuster. Il suo progetto basato sul soccorso e sul sostegno dei bisognosi inizia a realizzarsi dopo gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale in quanto gli viene assegnato il ruolo di direttore all’interno dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio. E’ proprio qui che ha svolto una delle sue opere di bene più importanti. Don Gnocchi si dedicava ad accogliere ed accudire gli orfani di guerra ed i bambini mutilati, acquisendo così il titolo di “padre dei mutilatini”. Il sacerdote è morto il 28 febbraio 1956 a causa di una malattia incurabile dopo una lunga convalescenza presso una clinica di Milano.