Che fine ha fatto Michele Santoro

Michele Santoro è un noto giornalista, conduttore e autore televisivo. Da Moby Dick a Servizio Pubblico, la carriera e le curiosità sulla sua vita

Foto di Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Michele Santoro è un giornalista italiano che ha innegabilmente contribuito a rivoluzionare i programmi di approfondimento politico ed è stato per anni tra i principali volti dell’informazione del Bel Paese. Con produzioni come “Samarcanda”, ha fatto la storia della tv italiana e ha cambiato il modo di fare televisione portando il talk politico nelle strade e nelle piazze e raccogliendo in diretta quella che era l’opinione reale dei cittadini. Dopo il cosiddetto “editto bulgaro” pronunciato nel 2002 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Sofia, nella quale attaccò pesantemente Santono, Biagi e Luttazzi, i tre sono stati allontanati dalla Rai. Michele ha continuato a fare Tv su altre reti per poi tornare al servizio pubblico nazionale. Assente dalla televisione dal 2018, nel 2024 ha presentato una lista per correre alle elezioni europee.

Le origini di Michele Santoro

Michele Santoro nasce a Salerno il 2 luglio del 1951 e si laurea in filosofia. Inizia una militanza politica nel gruppo Unione Comunisti Italiani e contemporaneamente scrive sul periodico “Servire il popolo”. Nel 1979 è direttore de “La voce della Campania” per 9 mesi e collabora con “L’unità” , “Il mattino” ed “Epoca”. In Rai comincia a lavorare per la radio dove conduce rubriche ed è autore di sceneggiati radiofonici come “Via le odiate macchine”. L’approdo in Tv è del 1982: dopo una breve esperienza agli esteri e alla vicedirezione del TG3, realizza speciali e settimanali per la terza rete nazionale. La vera notorietà arriva però come autore e conduttore di programmi di approfondimento giornalistico come “Samarcanda”, “Rosso e Nero”, “Temporale” e “Sciuscià”.

Il giornalismo di Santoro

Santoro porta in Tv un giornalismo capace di scavare nei problemi della politica o della semplice cronaca provoca una rivoluzione nel mostrare la notizia grazie all’uso di reportage in funzione drammatica e narrativa. I servizi realizzati dalle redazioni del giornalista campano sono sempre di grande impatto e il suo stile è tuttora ripreso in diversi programmi. Nel 1991 pubblica il libro “Oltre Samarcanda” e nel 1998 con “Michele chi? “ Vince il Premio Cimitile. Nel 1996 infatti, con la vittoria de L’Ulivo, erano cambiati i vertici Rai e un giorno il neo presidente del servizio pubblico televisivo Enzo Siciliano, sentendo che si parlava di Santoro, chiese “Michele chi?”. Nell’autunno dello stesso anno il giornalista decise quindi di lasciare la Rai. Santoro passa a Mediaset dove diventa direttore della testata giornalistica Moby Dick. Nel 1999 una puntata in particolare è al centro dell’attenzione e scatena polemiche. Santoro, in diretta dal Ponte Brankov di Belgrado, intervista gli operai serbi delle fabbriche bombardate dalla Nato e i civili che presidiavano i ponti con i bersagli al collo. Antonio Di Pietro, in studio durante la diretta, taccia il giornalista di faziosità, molti lo accusano di voler difendere Milosevic. Nell’autunno dello stesso anno Santoro torna in Rai con “Circus”, un programma di approfondimento giornalistico itinerante trasmesso sotto un tendone da circo. L’anno successivo lancia “Sciuscià”, una serie di reportage girati e montati come fossero un film.

Il caso Satyricon e l’editto bulgaro

Nel 2001 Daniele Luttazzi intervista Marco Travaglio a Satyricon con il giornalista che parla dei rapporti di Silvio Berlusconi con il boss mafioso Vittorio Mangano e dell’intervista di Paolo Borsellino realizzata due giorni prima della Strage di Capaci. Il centrodestra insorge mentre il caso diventa oggetto di approfondimento da parte di Michele Santoro in una delle puntate della sua trasmissione “Il raggio verde”. Il giornalista campano manda in onda la registrazione integrale della video-intervista a Borsellino nella quale il giudice rivelava che all’epoca era in corso un’indagine sul Cavaliere, Dell’Utri e Mangano. Dopo la puntata Forza Italia insorge e avanza un esposto all’AGCOM, Berlusconi chiama in diretta Santoro per accusarlo di svolgere “un processo in diretta” e ribadire che il centrodestra avrebbe continuato a disertare i programmi Rai senza opportune garanzie di tutela. Indro Montanelli accusa il Cav di “fascismo squadrista” e “grave intolleranza verso la satira”. Il 28 aprile del 2002, durante una conferenza stampa a Sofia, in Bulgaria, l’allora presidente del Consiglio attacca Santoro, Enzo Biagi e Luttazzi definendoli individui che hanno fatto “un uso criminoso della televisione pubblica”. Poco dopo i tre giornalisti citati da Berlusconi vengono allontanato dalla televisione pubblica.

L’esperienza all’Europarlamento e il ritorno in Tv

Dopo l’allontanamento dalla Rai, Santoro trasforma la sua battaglia per la libertà d’informazione in un impegno politico. Aderisce al programma di Romano Prodi e si candida al Parlamento europeo alle elezioni del 2004. Diventa eurodeputato e aderisce al Partito del Socialismo Europeo, fino ad allora il giornalista non si era mai schierato apertamente a favore di un determinato partito. Nel 2005 presenta le dimissioni da europarlamentare e l’anno successivo conduce “Annozero”. Con il ritorno in Rai, ricominciano le accuse del centrodestra sulla faziosità dei programmi di Santoro. Nella primavera del 2010, in vista delle imminenti elezioni regionali, il CdA della Rai decide di sospendere tutti i talk show politici, tra cui anche “Annozero”. Il conduttore si ribella alla decisione e organizza una diretta tv, radio e internet chiamata “Raiperunanotte” trasmessa sul web e su emittenti satellitari e locali. L’evento è un success0. Lo stesso anno riceve anche il premio Nicola Abbagnano per il giornalismo. Nel 2011 il rapporto con la Rai si chiude consensualmente. Santoro dovrebbe passare a La7, ma l’accordo salta improvvisamente. Il giornalista dà allora vita alla trasmissione “Servizio pubblico” seguendo il modello multipiattaforma delle tv locali e streaming su internet trovando accordi con alcuni canali Sky. Nel 2012 una nuova trattativa con La7 va a buon fine e “Servizio pubblico” fa il boom di ascolti nella prima puntata sul canale. Il programma va in onda fino al 2015. Poi Santoro prende parte ad altre trasmissioni e presenta il suo primo documentario da regista “Robinù” alla Mostra internazionale del cinema di Venezia. Nel 2016 torna in Rai con il programma “Italia” e nel 2017 conduce su Rai 2 uno speciale in due puntate dal titolo “M” sulla vita di Adolf Hitler.

Che fine ha fatto Michele Santoro

Nel corso del 2023 organizza prima la “Staffetta per la Pace” e poi l’”Assemblea! per la Pace, la Terra e la Dignità” per dire basta al conflitto in Ucraina. Il 14 febbraio 2024 presenta quindi insieme a Raniero La Valle la lista “Pace, terra e dignità” che come simbolo ha una colomba bianca che tiene un ramoscello d’ulivo su uno sfondo rosso. Al fianco di Santoro si schierano anche Rifondazione Comunista, Mera25 e il Movimento Equità Territoriale. Riguardo alla vita privata, si sa solo che si è sposato due volte. La prima moglie è stata Tonia Cardinale, scrittrice ed ex imprenditrice. La coppia è stata insieme 12 anni e ha avuto una figlia: Luna. Poi il giornalista è stato con Sanja Podgajski, psicologa più giovane di lui di 13 anni. I due poi si sono poi sposati nel 1997 e dalla loro unione è nata Mico, secondogenita del conduttore.