Carlo Azeglio Ciampi, decimo Presidente della Repubblica: biografia e curiosità

Carlo Azeglio Ciampi è stato governatore della Banca d’Italia e presidente della Repubblica. È tra i personaggi di rilievo della politica e dell’economia italiana

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Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Carlo Azeglio Ciampi è stato un uomo del Novecento, nel senso che è tra i personaggi dell’economia e della politica del XX secolo che hanno caratterizzato l’epoca in cui sono vissuti. Governatore della Banca d’Italia, poi presidente del Consiglio e infine decimo presidente della Repubblica italiana, ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale, il boom economico italiano, la crisi della politica provocata da Tangentopoli che ha dato vita alla Seconda Repubblica e persino la nascita dell’Unione Europea. Esce dal Quirinale nel 2006, giusto un anno prima della grande crisi economica che, l’anno successivo, colpisce l’America a partire dal fallimento di Lehman Brothers per poi estendersi a tutto l’Occidente, compresa l’Italia. Morto nel secondo decennio degli anni 2000, è stato un importante personaggio della storia italiana.

L’infanzia, l’istruzione e la Seconda Guerra Mondiale

Carlo Azeglio Ciampi è nato a Livorno il 9 dicembre del 1920. Dopo la maturità, riesce a entrare alla Scuola normale superiore di Pisa nel corso di laurea in lettere. Durante il percorso di studi compie diversi soggiorni all’estero, in particolare all’università di Lipsia. Nel 1941 si laurea con una tesi in filologia classica e lettere, in quegli anni conosce anche la futura moglie Franca Pilla. Sempre nel 1941 è chiamato alle armi e inviato in Albania. Alla sigla dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, Ciampi rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e si rifugia a Scanno, in Abruzzo. Qui trova Guido Calogero, suo professore a Pisa, condannato al confino per le idee antifasciste, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d’Azione. Nel marzo del 1944, con un gruppo di una sessantina di persone, si mette in marcia per raggiungere gli Alleati. Arrivato a Bari si arruola nel rifondato esercito italiano e s’iscrive al Partito d’Azione. Nel 1946 sposa Franca Pilla e consegue una seconda laurea in giurisprudenza.

La carriera nella Banca d’Italia

Su suggerimento della moglie, Ciampi partecipa a un concorso per un posto da impiegato in Banca d’Italia. Riesce a entrare e, inizialmente, presta servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito. All’istituto bancario resterà per 47 anni ricoprendo vari ruoli. Nel 1960 è chiamato all’amministrazione centrale della Banca, presso il Servizio Studi, di cui assume la direzione nel luglio 1970. Qualche anno più tardi diventa segretario generale, poi vide direttore generale e, infine, nel 1978 è direttore generale di Bankitalia. L’anno successivo sale un nuovo scalino e viene nominato governatore della Banca d’Italia, ruolo che ricoprirà per 14 anni.

Gli incarichi politici

Tra 1992 e 1993 la politica italiana è nel caos a causa dello scandalo Tangentopoli con i principali partiti che perdono totalmente consensi. È la fine della cosiddetta Prima Repubblica. Per garantire stabilità al Paese e portarlo verso le successive elezioni, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro incarica Carlo Azeglio Ciampi di formare un nuovo governo. Dall’aprile del 1993 al maggio del 1994 l’ex governatore della Banca d’Italia è presidente del Consiglio di un governo di transizione e il primo non parlamentare della storia della Repubblica italiana. Durante il mandato, il livornese si trova a far fronte a una situazione nazionale e internazionale travagliata segnata da una grave crisi economica europeae dalla guerra nei Balcani. Alle elezioni del marzo del 1994, Ciampi decide di non candidarsi. La tornata elettorale viene vinta dal neonato partito fondato da Silvio Berlusconi: Forza Italia,

Ciampi ministro nei governi Prodi e D’Alema

Nel 1996, con la vittoria dell’Ulivo, Ciampi ricopre il ruolo di ministro dell’economia nel primo Governo Prodi, incarico che replica nel 1999 con il Governo D’Alema I. Tra i maggiori contributi di questo periodo, lavora alla riduzione del debito pubblico italiano in vista degli obblighi imposti dal trattato di Maastricht, per garantire l’accesso dell’Italia alla moneta unica europea e avvia il processo di privatizzazione di Poste Italiane. Tra i provvedimenti più significativi di questo periodo si ricorda appunto la manovra correttiva della politica di bilancio varata nel settembre del 1996 dal governo Prodi, che ha consentito un abbattimento di oltre 4 punti percentuali del rapporto indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al prodotto interno lordo, il parametro di Maastricht di più arduo conseguimento per il nostro Paese.

Decimo presidente della Repubblica italiana

Il 13 maggio del 1999 Ciampi viene eletto alla prima votazione come decimo presidente della Repubblica italiana. Come Sandro Pertini, il livornese è stato, secondo i sondaggi, tra i Capi di Stato con il più alto indice di gradimento e una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia. Al Quirinale rimane fino al 2006 rifiutando la proposta di restare per un settennato-bis. Dimessosi da presidente della Repubblica, diventa senatore a vita. È stato tra i più anziani in carica a Palazzo Madama, il 16 settembre del 2016 è morto all’età di 95 anni a Roma per una polmonite oltre che per complicazione della malattia del Parkinson.

Vita privata e curiosità

Carlo Azeglio Ciampi ha conosciuto Franca Pilla, sua coetanea, quando entrambi avevano 18 anni e frequentavano l’università Normale di Padova. I due si sono poi sposati all’età di 26 anni e dalla loro unione sono nati due figli: Gabriella e Claudio. Diversamente dalle mogli dei precedenti presidenti della Repubblica, Franca Pilla è stata spesso presente agli incontri istituzionali del marito, in Italia e all’estero, affermando il proprio ruolo di consorte del Capo di Stato e contribuendo così a rafforzare la figura presidenziale agli occhi dell’opinione pubblica. Riguardo alle curiosità, durante la scelta dei soggetti per la faccia nazionale delle nuove monete italiane tramite una votazione telefonica avvenuta l’8 febbraio del 1998 durante la trasmissione televisiva “Domenica In”, Ciampi decise che la moneta da 1 euro dovesse recare il disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci perché altamente simbolica del Rinascimento e rappresentativa della “moneta al servizio dell’Uomo” invece dell’Uomo al servizio del denaro. Nel corso della carriera Ciampi ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria; vicepresidente della Banca dei regolamento internazionali; presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea e presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale. Dal 1996 ha ricoperto gli incarichi di consigliere d’amministrazione e, successivamente, di consigliere scientifico e vicepresidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.