Cosa significano le sigle negli Champagne?

Ti sei mai chiesta cosa significhino le sigle sulle bottiglie di champagne? Leggi questo articolo per saperne di più!

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Mara Locatelli

Giornalista e Home Specialist

Giornalista, scrittrice, Seo copy. Con due architetti in famiglia, l’arredamento è uno dei suoi temi.

Brut, millesimati, secchi, demi-sec… Quando cominci a orientarti tra la grande varietà di vitigni, cru e cuvée dello Champagne, scopri che c’è anche un’etichetta che bisogna saper leggere. Impossibile indovinare o interpretare le sigle dello Champagne che trovi su ogni bottiglia. L’unico modo per scoprire cosa significa la sigla MA in uno Champagne o che cosa si cela dietro a una combinazione oscura di lettere e numeri è imparare come si leggono e decifrano le informazioni riportate sull’etichetta. Anche quando solleviamo la bottiglia e ce la rigiriamo tra le mani non sempre facciamo caso alla quantità di dati che si possono ricavare dall’etichetta di uno Champagne.

L’etichetta che celebra la nascita dello Champagne

Se oggi possiamo imparare a leggere le etichette dello Champagne è soprattutto per merito di Dom Pérignon, il monaco benedettino che alla fine del diciassettesimo secolo ha messo a punto lo sviluppo del metodo champenoise. Grazie all’introduzione della rifermentazione che permette la presa di spuma, ovvero il procedimento che assicura la produzione di un vino ricco di effervescenza e spuma, è nato questo vino inimitabile. Non solo, oltre a perfezionare il metodo di produzione e affinamento, sembra che Dom Perignon sia stato anche l’ideatore del tappo di sughero e della gabbietta metallica per tenerlo in sede. Non c’è quindi da stupirsi che sull’etichetta di una delle marche di Champagne più famose al mondo ancora oggi si legga il nome del geniale monaco benedettino.

Ma in realtà, quello che si produceva allora non era affatto la bevanda raffinata alla quale siamo abituati oggi. Non c’erano sigle sullo Champagne che spiegavano con molta trasparenza tutto quello che bisogna conoscere di un prodotto di qualità. Anzi, a guardare bene, la trasparenza mancava proprio. Il liquido contenuto era infatti un vino torbido per via dei lieviti morti che rimanevano nelle bottiglie dopo la seconda fermentazione.

I nuovi produttori che a quel tempo seguirono le indicazioni del monaco per produrre il vino con il metodo champenois furono parecchi, ma soli i tecnici dell’azienda di Barbe Nicole Ponsardin, la vedova Clicquot, riuscirono a trovare il modo di risolvere il problema. Costruirono delle pupitres, ovvero delle strutture con tavole di legno assemblate a “V” rovesciata, dotate di fori nei quali inserire le bottiglie con il collo rivolto verso il basso.

Se hai già fatto visita a una cantina, potrebbe esserti capitato di assistere a quell’affascinante operazione, lenta e paziente, di rotazione della bottiglia sul proprio asse, il remuage sur pupitres, che serve a fare scivolare i residui nel collo, favorendo la loro separazione dal vino che può così rimanere limpido. Questa soluzione, semplice ma geniale, nacque nelle cantine della Vedova Clicquot, si diffuse per tutta la Francia e oltre, e ancora oggi viene praticata ovunque, per lo più automatizzata.

Queste sono informazioni interessanti che non si trovano sulle etichette e tra le sigle dello Champagne, ma che puoi condividere con i tuoi ospiti per stupirli mentre riempi i loro bicchieri di bollicine.

Perché c’è una sigla in ogni champagne

Certo, prima di comprare la bottiglia da servire ai tuoi ospiti devi sapere come orientarti tra la vasta offerta in commercio. Leggere l’etichetta ti può aiutare a scegliere. Ma come si fa a decifrare ogni sigla in uno Champagne?

Qualche giorno fa, mentre spingevo il carrello della spesa attraversando la zona dei vini in un grande supermercato, una signora mi ha chiesto se sapevo cosa significasse la sigla MA in uno Champagne. Per un momento ho tentato di fingere di non saperne nulla, perché già mi vedevo scivolare in una noiosa e infinita spiegazione. Poi ho sorriso e l’ho avvisata che per capire il senso della sigla in uno Champagne era necessaria una premessa. Lei ha annuito e io le ho spiegato il perché di quella sigla di due lettere seguita da una serie di cifre che indica la categoria di produzione di appartenenza.

Fino a poco tempo fa i coltivatori delle vigne francesi, i vigneron, nella maggior parte dei casi non lavoravano le uve che raccoglievano, bensì le vendevano come materia prima a chi si occupa di questa seconda fase. Questo perché non avevano le strutture, i mezzi e le risorse economiche per imbottigliare e vendere direttamente oltre che coltivare. Le uve venivano così vendute ai négociant che poi si occupavano della produzione e della commercializzazione del vino.

Allo stesso tempo, molte delle grandi Maison di négociant, hanno cominciato ad allargare la loro attività, acquistando terreni dove produrre direttamente il vino, abbinando l’attività di négoce con quella di Domaine.

Nascono così le cooperative, come arma di difesa dei vignaioli contro il potere delle Grandi Maison, e i vigneron si organizzano in piccoli gruppi o individualmente per dare vita alle alternative.

La sigla in ogni Champagne ti permette di capire qual è la filiera del prodotto. Non so se la signora al supermercato abbia apprezzato questa spiegazione o si sia annoiata, sicuramente adesso sa che cosa significa la sigla MA in uno Champagne. Seguimi e lo scoprirai anche tu.

Nella sigla di uno Champagne leggi la classificazione 

Se mi hai letto fin qui, avrai sicuramente voglia di sapere come si distingue una bottiglia di vino prodotta da una grande Maison con le uve dei vigneron da un vino che arriva dalle uve di cooperativa o da una bottiglia di vino prodotto direttamente dalla proprietà dei vigneti.

Le sigle che precedono il numero di registrazione professionale rilasciato dal Comitato dello Champagne forniscono informazioni sulla categoria professionale del produttore:

  • NM sta per Negociant Manipulant: è chi, oltre all’uva proveniente dalle proprie vigne, se ne possiede, acquista uve, mosti o vini e assicura presso i propri locali almeno le ultime fasi del processo produttivo prima di commercializzare lo Champagne. Gli NM sono soprattutto le grandi maison che quando non sono in grado di esaudire le richieste del mercato devono acquistare altre uve dai vigneron e poi lavorarle.
  • RM sta per Récoltant Manipulant: è chi assicura di lavorare esclusivamente vini ottenuti dalla propria vendemmia. Quando si acquista uno Champagne con questa sigla, significa che tutto il ciclo produttivo, dalla raccolta dell’uva all’affinamento del vino, è ad opera del proprietario dei vigneti.
  • RC sta per Récoltant Coopérateur: sono i piccoli coltivatori che consegnano l’uva della propria vendemmia alla cooperativa, la quale si occupa della lavorazione e poi restituisce bottiglie pronte per l’affinamento e la commercializzazione che avviene in autonomia da parte del Récoltant.
  • CM sta per Coopérative de Manipulation: è chi produce, nei propri locali, i vini provenienti dalle uve dei soci della cooperativa e poi, all’occorrenza, li commercializza.
  • SR sta per Société de Récoltants: come CM, ma con i soci che appartengono a una stessa famiglia.
  • ND sta per Négociant Distributeur: è la società che non raccoglie uva né produce vini. Semplicemente compra il prodotto finito e imbottigliato per poi apporre la propria etichetta e commercializzare il prodotto.
  • MA sta per Marque d’Acheteur: indica il vino prodotto per conto terzi. In questo caso, il produttore del vino vende le bottiglie finite con già apposta l’etichetta con il ​​marchio del cliente. Questa è la soluzione che di solito predilige la grande distribuzione quando ha un proprio marchio registrato e decide di fare produrre interamente le bottiglie da terzi, etichettatura compresa, che poi mette in commercio.

Le altre info sull’etichetta dello Champagne

Adesso che sai come decifrare le sigle di uno Champagne, ricordati di controllare anche le altre informazioni obbligatorie che trovi su ogni bottiglia. Grazie alla lettura dell’etichetta puoi sapere che tipo di Champagne stai comprando e, quindi, il contenuto dello zucchero.

Potrai scegliere tra:

  • Brut naturale: senza zuccheri aggiunti e contenuto di zuccheri residui inferiore a 3 g per litro
  • Extra Brut: tra 0 e 6 g di zucchero per litro.
  • Brut: fino a 12 g per litro.
  • Extra dry (Extra secco): da 12g a 17 g per litro.
  • Sec (o secco): da 17 a 32 g per litro.
  • Demi-Sec: da 32 a 50 g per litro
  • Doux (Dolce): più di 50 g per litro.

Sull’etichetta puoi anche trovare altre informazioni come l’annata oppure la particolarità della cuvée (blanc de blancs, rosé, ecc..). Ci possono essere pure le informazioni sulla data di dégorgement, sui vitigni, sulle caratteristiche sensoriali o consigli per i migliori abbinamenti con il cibo. Ecco perché è sempre bene controllare l’etichetta in ogni sua parte.

Se però sull’etichetta non trovi l’annata, non devi stupirti. Una gran parte degli Champagne in commercio non è millesimata, ma questo non influisce affatto sulla qualità del prodotto. Se il vino di un particolare anno risulta eccellente e degno di nota, allora si può optare per una cuvée con un solo anno. In questo caso si ha uno Champagne “vintage” con le uve che provengono totalmente dall’anno di vendemmia indicato.

Gli Champagne non millesimati ovvero i No Vintage sono più fruttati e i sentori di lievito sono meno evidenti. Al contrario, negli Champagne Millesimati il contatto con i lieviti si protrae per minimo 36 mesi ed è necessario che siano prodotti solo nelle annate migliori.

In fondo, il segreto dell’arte per produrre Champagne sta proprio nella capacità di ottenere un blend armonioso ed equilibrato grazie a un connubio di annate, vitigni e cru differenti.