Tacchi alti: quali problemi possono causare?

Quali possono essere i problemi a carico del piede e di altre strutture dati dall’indossare spesso i tacchi alti

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Origine del tacco alto

Come nasce la moda del tacco? Da dove deriva l’origine di questo uso? La prima vera idea venne a un’inventrice, piuttosto che a un inventore. Caterina de’ Medici, che per essere all’altezza – letteralmente – del suo sposo, il duca di Orleans e futuro re di Francia usava tacchi alti 7 centimetri, vista la sua bassa statura. Ha un’origine molto antica dal punto di vista storico: nel II secolo d.C. in Persia i cavalieri usavano modificare la zona calcaneare della calzatura per avere un assetto stabile. Come sappiamo, nell’epoca barocca il tacco trova la sua massima espressione per altezza e decorazioni, insieme alle calzature in seta prive di tacco.

Il tacco si trova proprio sopra al calcagno, osso importantissimo del piede da cui passa l’asse stessa delle ossa della caviglia, anche definita asse di Henke. La funzione principale del tacco è estetica: aumenta sia la statura sia fornisce aspetto tonico al polpaccio. La gamba diventa elegante, slanciata, provocante. I tacchi femminili vengono generalmente divisi in “tacchi a spillo” (o stiletto) e “piattaforme”, ma esistono tantissime altre forme di scarpa col tacco (ankle boots, ballroom, sabot, cut out, etc). Ancora oggi la scelta del tacco ha una sua valenza erotica importante e, se usata con parsimonia, permette di migliorare il fattore estetico senza andare a intaccare la fisiologia della colonna e l’assetto dell’arto inferiore.

Tacchi alti: i rischi e le problematiche

Tra le donne che indossano regolarmente tacchi alti, il 59% riferisce dolore alle dita dei piedi e il 54% dolore alla pianta del piede. La caviglia rappresenta una struttura molto complessa e delicata; l’osso astragalico si articola con il mortaio tibiale e le due strutture collaborano in modo armonico attraverso anche i malleoli che chiudono in senso laterale e in senso mediale la puleggia astragalica. A sua volta l’astragalo si articola con il calcagno sottostante e con le altre ossa del tarso.

Un osso tra questi che rimane bloccato in senso anteriore o posteriore va a cambiare tutto l’assetto del piede. Ad esempio, in flessione plantare il calcagno tende ad anteriorizzarsi e si comprende come, con la posizione forzata del tacco, questo osso possa tendere a rimanere completamente bloccato, con conseguenti squilibri a livello muscolare e legamentoso.

Di solito, quando queste ossa non lavorano in modo armonico, si tende ad accusare dolore a livello della caviglia, dell’arco plantare o della zona dorsale; ci possono essere dolori acuti o che si cronicizzano e che si risvegliano magari anche sottoforma di crampi muscolari di notte o al risveglio. Si verificano poi, quando si portano i tacchi alti per troppo tempo, rischiose conseguenze a distanza che quindi vanno a riguardare la zona del terzo distale della tibia, la zona del ginocchio e della sua interlinea, la zona dei condili femorali e il livello delle anche, del sacro e del bacino. Ci possono essere delle disfunzioni importanti a livello muscolare e legamentoso e si rischia di interessare anche la sinfisi pubica e la zona pelvica. Quando siamo sui tacchi spesso inoltre, la condizione non ha un assetto stabile e questo potrebbe influire anche sul respiro e sulla completezza della fase espiratoria e inspiratoria. Possono infine insorgere molti problemi a livello della colonna, come il classico caso di un dolore a barra su tutta la zona lombare.

Consigli per prevenire e risolvere eventuali dolori

Prima di tutto, l’equilibrio. Un buon modo per evitare problemi sta nel non abusare dell’uso dei tacchi a spillo e cercare un bilanciamento. Inoltre, potete cercare di allenare tutto il corpo in modo da non soffrire quando siete sui tacchi e mantenere un assetto tonico dei gruppi muscolari degli arti inferiori. Cercate anche di rendere una regola l’abitudine del pediluvio. Potete riempire d’acqua calda (37° circa) una bacinella all’interno del quale sciogliere del sale grosso o del bicarbonato di sodio. Nel secondo recipiente potete mettere dell’acqua tiepida con olii essenziali dal potere sfiammante (olio essenziale di chiodi di garofano/ olio essenziale di canfora). Questa abitudine, fatta anche dopo una giornata o una serata intera sui tacchi, vi permette di riprendere forza e dare sollievo ai piedi. Potete anche scegliere delle creme specifiche a base di arnica o di artiglio del diavolo da spalmare bene sull’arco plantare. Scegliere la scarpa giusta significa evitare la maggior parte dei dolori. Scegliete tacchi larghi per avere un assetto maggiormente stabile e limitate i tacchi a spillo.

Si possono usare anche dei cuscinetti in gel. Esistono anche dei dischetti in silicone per i tacchi che alleviano il dolore e attutiscono l’impatto nella zona interessata. Se il problema si colloca nella parte posteriore potete provare il ferma tallone, mentre se il dolore si colloca sulla pianta del piede si possono scegliere dei cuscinetti da applicare sull’avampiede e sul mesopiede. Potete anche lavorare strategicamente, andando a portarvi due paia di scarpe e mettendo quelle con il tacco solo quando siete prossime alla meta finale.