Lavare i vestiti nuovi: come e perché farlo prima di indossarli

I vestiti nuovi sono perfetti, quindi perché andrebbero lavati prima di indossarli? Ecco a cosa serve lavare i vestiti dopo l’acquisto

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Perché lavare i vestiti nuovi

Esistono almeno due buoni motivi per cui dovremmo lavare i vestiti nuovi prima di indossarli. Uno tra questi è abbastanza intuibile: anche se sono nuovi, i vestiti nei negozi vengono provati. Se è vero che nei camerini gli abiti vengono indossati per pochissimo tempo, è vero anche che la maggior parte dei vestiti viene indossata a diretto contatto con la pelle e con i capelli, incluse zone del corpo come inguine, ascelle, collo. È impossibile sapere chi abbia provato quei vestiti o quante persone li abbiano toccati e indossati; possiamo ipotizzare che nella migliore delle ipotesi sugli abiti possano esserci polvere e rimanere residui di cosmetici come creme viso e corpo o prodotti per il make up, tra cui fondotinta e fard. Sui vestiti si potrebbero trovare però anche sudore, sebo, piccole scaglie di pelle o, peggio, parassiti come i pidocchi. Gli abiti possono veicolare quindi parassiti, funghi, batteri e virus: certamente è un’eventualità rara, ma non impossibile. Il primo motivo per cui bisognerebbe lavare i vestiti nuovi è dunque legato all’igiene. Lavare gli indumenti prima di indossarli per diverse ore di seguito può proteggere da eruzioni cutanee passeggere ma anche da infestazioni, come nel caso dei pidocchi o della scabbia.

Un secondo motivo per cui è meglio lavare i vestiti nuovi è quello di poter eliminare l’eventuale tintura in eccesso che potrebbe altrimenti essere trasferita alla pelle o ad altri indumenti. Gli abiti, infatti, soprattutto se in fibre sintetiche sono tinti con coloranti che possono stingere e che possono soprattutto provocare reazioni di ipersensibilità o irritazioni cutanee. Se si indossano gli abiti prima di lavarli si potrebbero avere manifestazioni che includono arrossamento, prurito, secchezza eccessiva e sfoghi sulla pelle o eruzioni.

Oltre ai coloranti, sui tessuti nuovi possono esserci residui di sostanze chimiche usate durante o dopo la produzione, ad esempio quelle usate per evitare la formazione di pieghe, prodotti antimacchia, o per prevenire che gli abiti si rovinino durante il trasporto e lo stoccaggio. Chi ha la pelle sensibile potrebbe presentare irritazioni soprattutto in alcuni punti del corpo come ascelle, collo, polsi o nella zona delle cosce e della vita in caso si indossino pantaloni nuovi non lavati e trattati con prodotti antipiega. I sintomi possono manifestarsi entro poche ore o anche alcuni giorni dopo aver indossato l’indumento e sono più frequenti quando gli abiti sono attillati o comunque a contatto diretto con la pelle. Poiché non è possibile sapere se l’abito è stato indossato prima, dove e come è stato conservato e quali sostanze sono state usate sul tessuto, è sicuramente un’ottima idea lavarlo dopo averlo acquistato o comunque prima di indossarlo. Oltre ai vestiti nuovi, possono dare problemi anche i tessili per la casa, quindi asciugamani, lenzuola, coperte o, più raramente, la biancheria per la cucina.

Come lavare i vestiti nuovi

Per sapere come lavare i vestiti nuovi è sufficiente controllare l’etichetta, dove è indicata la temperatura di lavaggio e dove in alcuni casi si trovano anche altre indicazioni. Ad esempio, sull’etichetta potrebbe essere indicato se il capo può essere o meno lavato in acqua, se può essere asciugato in asciugatrice, se può essere stirato. Meglio controllare sempre l’etichetta di un abito prima di acquistarlo, per sapere se quel vestito è adatto: se si usa molto l’asciugatrice e il vestito non può essere asciugato, potrebbe essere un problema; allo stesso modo, se un abito deve essere lavato a secco o a mano, alcune persone potrebbero scartarlo. L’etichetta di un abito dice anche dove è stato prodotto e con quali materiali è confezionato un vestito, dunque è una buona idea leggerla sempre prima di acquistarlo non solo per avere indicazioni sul lavaggio ma anche per valutarne l’impatto ambientale, almeno a grandi linee. Un abito che arriva da lontano o confezionato con fibre sintetiche ha buone probabilità di avere un maggiore impatto ambientale rispetto a un capo prodotto in una zona vicina e in fibre naturali.

In linea generale è sufficiente effettuare un solo lavaggio a 30°C con il detersivo abituale. Alcune persone per sicurezza effettuano due lavaggi consecutivi, ma questo potrebbe tradursi in uno spreco di energia e di acqua e non è detto possa avere un vantaggio ulteriore rispetto a un solo lavaggio.

Sull’etichetta dei vestiti spesso si trovano diciture come “lavare separatamente”; questa frase indica in genere un prodotto che potrebbe stingere durante il primo lavaggio, rimuovendo parte del colorante in eccesso. In questo caso non è consigliabile effettuare il lavaggio insieme ad altri vestiti, perché il colore potrebbe essere trasferito. È possibile che alcuni abiti stingano anche nei lavaggi successivi al primo, quindi si consiglia di lavare separatamente alcuni capi – ad esempio i jeans scuri o gli abiti con colori intensi – diverse volte, fino a che l’acqua dello scarico appare limpida. In alternativa, meglio lavare abiti a rischio con altri abiti dai colori simili, per limitare i danni qualora si dovesse trasferire il colore.