Mangiare senza avere voglia: quali sono le cause e le soluzioni

Fame nervosa o fame derivante dalla noia, sono due facce della stessa medaglia che portano ad assumere troppe calorie e ingrassare

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Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Mangiare senza avere voglia è un comportamento comune che può avere diverse cause, sia fisiche che psicologiche. In alcuni casi, può essere un sintomo di un disturbo alimentare, in altri casi, può essere semplicemente un segno di stress, ansia o noia. Sono poche le persone pronte a confessare di mangiare troppo e troppo spesso, troppo in fretta e troppo male. In realtà non è facile riconoscere le proprie debolezze, la mancanza di autodisciplina e i propri errori.

E poi ci sono sempre migliaia di ragioni per offrirsi qualche piccola ricompensa. Se aggiungete l’incapacità di distinguere ciò che fa male e ciò che fa bene al proprio corpo, le verità dalle sciocchezze, o di smascherare le diete miracolose e gli specchietti per le allodole, il risultato è una lotta costante per mantenere la linea, per cui, a forza di impedirsi di mangiare, si finisce per crollare e mangiare ancora di più. In questo articolo si inquadreranno le cause e le possibili soluzioni del mangiare senza avere voglia.

Cos’è la fame

La fame è uno stimolo fisiologico che ci spinge a cercare e consumare cibo per soddisfare le esigenze energetiche del nostro corpo. Questo stimolo è orchestrato da una serie di segnali provenienti dal sistema nervoso centrale, dal tratto gastrointestinale e dagli ormoni.

Principali componenti del meccanismo della fame

  1. Grelina: conosciuta anche come l'”ormone della fame”, la grelina viene prodotta principalmente dallo stomaco quando è vuoto. Aumenta la sensazione di fame e stimola l’appetito.
  2. Centro della fame nell’ipotalamo: l’ipotalamo, una regione del cervello, gioca un ruolo centrale nel controllo dell’appetito. La sua stimolazione attiva la sensazione di fame.
  3. Neuropeptide Y (NPY): un neurotrasmettitore chiave, il NPY è coinvolto nel segnalare la fame e promuovere l’assunzione di cibo.
  4. Sistema nervoso enterico: il tratto gastrointestinale rilascia segnali al cervello quando il cibo viene digerito, influenzando la percezione della sazietà.

Principali componenti del meccanismo della sazietà

  1. Leptina: conosciuta come l'”ormone della sazietà”, la leptina è prodotta dal tessuto adiposo e segnala al cervello quando le riserve di grasso sono sufficienti. Aumenta la sensazione di sazietà.
  2. Insulina: questo ormone, rilasciato dal pancreas in risposta all’assunzione di carboidrati, contribuisce alla sazietà.
  3. Peptide YY (PYY): rilasciato dall’intestino, il PYY inibisce l’appetito e contribuisce alla sensazione di sazietà.
  4. CCK: prodotto nell’intestino tenue, il CCK è coinvolto nella digestione dei grassi e nella riduzione dell’appetito.
  5. Sistema nervoso centrale: il cervello elabora segnali di sazietà provenienti da diverse fonti, inclusi i recettori nel tratto gastrointestinale.

La fame e la sazietà operano in un delicato equilibrio per garantire che il nostro corpo riceva la giusta quantità di nutrienti necessari per funzionare correttamente. Diversi fattori, come il tipo di cibo consumato, la quantità, lo stato emotivo e il ritmo circadiano, influenzano questo equilibrio.

Cause del mangiare senza avere voglia

Le cause del mangiare senza avere voglia possono essere suddivise in due categorie principali:

  • Cause fisiche: queste cause sono legate a problemi di salute o a fattori fisiologici.
  • Cause psicologiche: queste cause sono legate a fattori emotivi o comportamentali.

Cause fisiche

Tra le cause fisiche del mangiare senza avere voglia, troviamo:

  • Fattori ormonali: alcuni ormoni, come la leptina e la grelina, regolano l’appetito e quindi il senso di fame o sazietà. Quando questi ormoni sono squilibrati, possono causare un aumento o una diminuzione dell’appetito. E’ il caso dei soggetti obesi che presentano una notevole insensibilità all’azione dell’ormone leptina.
  • Malattie croniche: alcune malattie croniche, come il diabete, la depressione e l’ipertiroidismo, possono causare cambiamenti dell’appetito.
  • Farmaci: alcuni farmaci, come i farmaci per la pressione alta e i farmaci antidepressivi, possono causare effetti collaterali iatrogeni che includono la perdita di appetito o l’aumento del senso di fame.

Cause psicologiche

Tra le cause psicologiche del mangiare senza avere voglia, troviamo:

  • Stress: lo stress può aumentare la produzione di cortisolo, un ormone che può ridurre l’appetito.
  • Ansia: l’ansia può causare un senso di nausea e di mancanza di appetito.
  • Noia: la noia può portare a mangiare cibo per distrarsi o per soddisfare un bisogno emotivo.
  • Depressione: la depressione può causare una perdita di interesse per il cibo e una diminuzione dell’appetito.
  • Disturbi alimentari: i disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa, possono portare a comportamenti di restrizione alimentare che possono causare la perdita di appetito.

È ora di dire basta! Abbiamo la tendenza a dimenticare l’essenziale: alimentarsi significa prima di tutto rispondere a un bisogno fisiologico, apportare all’organismo l’energia che gli serve. E si sa che la soddisfazione di questo bisogno biologico è fonte di benessere e conforto – anche una briciola di pane, quando si ha davvero fame, procura un intenso piacere. Quanto ai pasti, permettono di costruire legami sociali grazie al potere simbolico che si attribuisce all’alimentazione. Un comportamento alimentare “normale” integra armoniosamente questi tre aspetti: il bisogno biologico, il piacere e la socievolezza.

La teoria è sempre bella, ma nella pratica si mangia troppo spesso senza averne voglia, per abitudine (si mangia perché è venuta l’ora), per noia o sotto l’effetto dello stress, per la depressione o, meno di frequente, per golosità o necessità. Secondo le statistiche, il 47% dei francesi mangia senza avere fame, mentre solo il 20% fa l’amore quando non ne ha voglia! In entrambi i casi, il risultato è molto istruttivo.

“Mangiare normalmente”, che cosa significa?

Innanzitutto non lasciarsi andare all’anarchia e adottare un atteggiamento più flessibile nei confronti del cibo. Mangiare per annegare il dispiacere quando il proprio ragazzo vi ha lasciato o quando il vostro capo si rifiuta di riconoscere la vostra genialità è un errore enorme. È inutile tuffare ancora di più la testa sott’acqua e aggiungere qualche chilo nei posti peggiori; a quel punto avrete ragioni ancora più serie per disperarvi! L’alimentazione ha diverse funzioni e pur essendo

Soluzioni al mangiare senza avere voglia

La soluzione al mangiare senza avere voglia dipende dalla causa del problema. Se la causa è fisica, è necessario consultare un medico per trovare un trattamento adeguato. Se la causa è psicologica, è possibile provare alcune soluzioni comportamentali, come:

  • Identificare le cause psicologiche del problema: il primo passo è identificare le cause psicologiche che stanno alla base del comportamento di mangiare senza avere voglia. Una volta identificate le cause, è possibile iniziare a lavorare per affrontarle.
  • Impostare degli obiettivi realistici: è importante impostare degli obiettivi realistici per il cambiamento. Se si cerca di cambiare troppo in fretta, è più probabile che si abbandoni il tentativo di miglioramento.
  • Trovare un supporto: cercare il supporto di amici, familiari o di un professionista può essere utile per affrontare il problema.

Alcuni consigli

Ecco alcuni consigli specifici che possono aiutare a ridurre il mangiare senza avere voglia.

  • Mangiare pasti piccoli e frequenti: mangiare pasti troppo abbondanti può sovraccaricare il sistema digestivo e causare la sensazione di pienezza.
  • Masticare bene gli alimenti: masticare bene gli alimenti aiuta a ridurre la produzione di acidi gastrici e a favorire la digestione.
  • Evitare di mangiare troppo velocemente: mangiare troppo velocemente può provocare l’ingestione di aria, che può causare gonfiore e flatulenza.
  • Evitare di bere alcolici e bevande gassate: gli alcolici e le bevande gassate possono irritare lo stomaco e peggiorare i disturbi digestivi.
  • Evitare di fumare: il fumo può danneggiare le mucose dello stomaco e dell’intestino, peggiorando i disturbi digestivi.
  • Fare attività fisica: l’attività fisica può aiutare a migliorare l’appetito e la digestione.

Soluzioni pratiche per riacquistare l’appetito

  1. Gestire lo stress: l’adozione di tecniche di gestione dello stress come lo yoga, la meditazione o l’attività fisica può migliorare l’umore e stimolare l’appetito.
  2. Variare la dieta: introdurre nuovi cibi e ricette può rendere il pasto più interessante e stimolare l’appetito.
  3. Pasti in compagnia: condividere i pasti con amici o familiari può rendere l’esperienza alimentare più sociale e piacevole.
  4. Pausa pranzo attiva: evitare di mangiare di fronte a schermi o al computer. Dedica del tempo per concentrarti sul cibo e gustare ogni morso.
  5. Escludere possibili cause mediche: in caso di persistente mancanza di appetito, consultare un medico per escludere problemi di salute sottostanti.

 

In conclusione

Una corretta alimentazione è cruciale per la salute mentale. L’assunzione adeguata di nutrienti può influenzare positivamente l’umore e l’energia, creando un ciclo virtuoso che favorisce il benessere psicofisico. Mangiare senza voglia può essere un segnale che qualcosa non va nel corpo o nella mente.

È importante ascoltare il proprio organismo, identificare le cause sottostanti e adottare soluzioni mirate. La nutrizione sana è una parte fondamentale del benessere generale, e riconnettersi con il piacere di mangiare è un passo verso una vita più equilibrata e soddisfacente. Molto spesso può servire la consulenza in tandem di psicologo e nutrizionista, che lavorano tra loro per migliorare il più possibile il problema.

 

Fonti Bibliografiche

  • Gibson, E. L. (2006). Emotional influences on food choice: Sensory, physiological and psychological pathways. Physiology & Behavior, 89(1), 53-61.
  • Konttinen, H., Männistö, S., Sarlio-Lähteenkorva, S., Silventoinen, K., & Haukkala, A. (2010). Emotional eating, depressive symptoms and self-reported food consumption. A population-based study. Appetite, 54(3), 473-479.
  • El Ansari, W., & Stock, C. (2014). Is the health and wellbeing of university students associated with their academic performance? Cross sectional findings from the United Kingdom. International Journal of Environmental Research and Public Health, 11(1), 12765-12774.