Dormire in letti separati fa bene alla coppia

Dormire separati non è indicativo necessariamente di una crisi ma del fatto che bisogna essere attivi e in forma

La vita di coppia è cambiata negli anni adeguandosi a nuovi ritmi e nuovi ruoli. E se questo è palesemente sotto gli occhi di tutti, cosa accade nel segreto del talamo nuziale quando le luci si spengono? Che magari uno dei due vuole la finestra aperta e l’altro no, che uno è freddoloso e l’altro no, che uno vuole la televisione in camera e l’altro no, che uno russa e l’altro non dorme, che uno scalcia e si agita, che uno dei due soffre di insonnia e passa la notte a leggere o ha lavorato la notte prima e dormito il giorno e ora è lì a girare come un grillo. Un gioco di opposti che fa pensare “come dormivo bene quando vivevo coi miei genitori non ho mai più dormito”.

La soluzione c’è, dicono dagli Stati Uniti e si chiama “camere separate”: una realtà per il 23% delle coppie sposate, ha rilevato un sondaggio effettuato dalla National Sleep Foundation. Di più, dice la National Association of Home Builders: chi compra casa o ne fa costruire una nuova è disposto a sacrificare lo spazio di soggiorno e cucina pur di far saltare fuori una camera da letto in più per la coppia.

Il divorzio notturno, sostengono soprattutto le donne, non fa bene solo al sonno ma pure alla coppia, perché dormire separati non è indicativo necessariamente di una crisi ma del fatto che bisogna essere attivi e in forma, anche per il partner. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello ne erano un esempio: «Il nostro segreto? Complicità, assenza totale di competizione, voglia di ridere e soprattutto camere separate. Le abbiamo adottate da quando Raimondo aveva preso l’abitudine di dormire con il suo enorme cane sul letto». Lo stesso Maria De Filippi e Maurizio Costanzo: il collante più potente è la privacy, ha detto la conduttrice in un’intervista.