Come praticare yoga: le posizioni, l’abbigliamento, il luogo giusto

Come affrontare una lezione di yoga e prepararsi nel modo migliore alla pratica delle asanas, le posizioni yogiche

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

L’immenso mondo dello yoga

Spesso identifichiamo lo yoga come una serie di posizioni mantenute per un dato tempo, ma il mondo dello yoga comprende moltissimi altri aspetti terapeutici che vanno dalla recitazione dei mantra alla posizione delle mani (mudra), passando per la meditazione profonda, i canti vedici. Lo yoga si inserisce in un sistema ayurvedico completo che rappresenta proprio un sistema medico antichissimo che comprende anche la dieta, le erbe e i massaggi oltre al movimento guidato con diverse tecniche respiratorie (pranayama, controllo del respiro).

Entrare nello yoga significa iniziare a conoscere un’anatomia che, oltre alla biomeccanica e alla fisiologia articolare, comprende anche movimenti sottili, mappature energetiche che si basano sulla corretta distribuzione dell’energia interna anche in base ai chakras (centri energetici). Si diventa maggiormente sensibili, flessibili e attenti anche al modo di mangiare e al modo in cui si pensa. La meditazione ci aiuta a diventare chi davvero siamo ed entrando dentro noi stessi si arriva a livelli in cui quel che va nel profondo non ci spaventa. SI tratta di sviluppare occhi interni che si mantengono anche durante la pratica. Lo yoga non ha nulla a che fare con l’esibirsi in strane posizioni di contorsione, piuttosto entrando in ogni posizione ci si scopre sempre meglio nella propria forza fisica, emotiva e spirituale.

Abbigliamento e accessori per lo yoga

Quel che davvero conta sta nell’essere a proprio agio, quindi non indossare indumenti stretti sarebbe meglio, sebbene ci sono molte immagini di praticanti occidentali che sfoggiano leggings e magliettine molto aderenti. Scegliete capi comodi e traspiranti, che non stringano specie a livello dell’inguine per lasciare il bacino libero, meglio se in fibre naturali.

L’abbigliamento dipende anche molto dallo stile che praticate, ma in ogni caso sarebbe meglio seguire queste semplici indicazioni:

  • siate sicuri/e di avere una felpa o una coperta accanto nel caso in cui la lezione includa una parte di meditazione o di rilassamento finale, come accade in molte lezioni di Hatha Yoga;
  • sarebbe opportuno praticare a piedi scalzi, anche per evitare di scivolare e soprattutto per sentire il contatto dell’arco plantare a terra e la presa delle dita;
  • nel caso in cui praticaste stili intensi come il Power Yoga o simili, converrebbe avere vicino un piccolo asciugamano per togliere il sudore;
  • cercate di restare comodi/e ma di evitare pantaloni troppo lunghi in modo che non finiscano sotto al tallone;
  • ricordate, se siete uomini o donne con i capelli lunghi, di legarli per poter vedere bene l’insegnante ed entrare anche in posizioni invertite o capovolte;
  • un caso a parte: il bikram yoga. Viene praticato ad alte temperature e spesso si seguono le lezioni in costume o bikini in quanto avviene in un ambiente riscaldato.

Non fa parte dell’abbigliamento ma in qualche modo il materassino diventa un indumento, un luogo dove la pelle scivola e atterra. Scegliete con cura lo spessore, il materiale, l’eco compatibilità (alcuni raggiungono prezzi alti ma il valore corrisponde al costo). Se alcune posizioni sono complesse si richiedono degli accessori come i mattoncini, oltre a fasce o bande elastiche. Ottima anche l’idea di un cuscino da mettere sotto il sacro per le posizioni in meditazione.

Il luogo giusto per lo yoga

Se seguite dei tutorial o dei videocorsi, la soluzione migliore rimane una stanza libera e silenziosa, povera anche di troppi oggetti o di cluttering, indumenti o cose che ostruiscono il passaggio delle energie. Potete aprire bene la finestra prima e dopo la pratica per fare passare aria bene. Potreste decidere di accendere un incenso e mettere delle frequenze rilassanti o altrimenti praticare in silenzio.

Ottimo anche come scenario il parco o un bel giardino dove poter praticare liberamente. Meglio evitare zone troppo assolate nelle ora dove i raggi sono maggiormente aggressivi. Molto bello anche praticare vicino a una sorgente o a un fiume o un lago. Ottimo anche davanti al mare se non si viene distratti e il livello di concentrazione rimane buono. Cercate le ore migliori per voi per la pratica, anche in base al vostro ritmo circadiano che vi dona il vostro orologio biologico interno.

Cercate sempre di fare in modo che il pasto principale sia il pranzo, che sarebbe meglio mangiare poco la sera, almeno 2 ore prima di andare a dormire. Cercate di evitare di praticare a stomaco pieno, soprattutto al mattino. Ottimo anche evacuare e bere acqua prima di mettersi a praticare.

Avvicinarsi alle posizioni yoga

Se i nomi delle posizioni vi sembrano complessi in sanscrito, cercate di apprendere prima i nomi italiani, che sono comunque evocativi della posizione. Dalle antiche scritture si contano almeno 8 milioni e quattrocentomila posizioni differenti. Di solito la prima sequenza con cui si entra a contatto è il Saluto al Sole (Surya Namaskara), una sequenza che comprende 12 passaggi in cui ci sono flessioni del tronco, estensioni, allungamenti, distensioni a terra, etc.

Le posizioni vanno immaginate come qualcosa in cui si entra, profondamente e lentamente. Occorre la giusta respirazione e una certa consapevolezza. Nel testo antico Yoga Sutra di Patanjali si trovano tantissimi dettagli e descrizioni delle asanas e nel saggio queste posizioni vengono definite come: “Sthira sukham asanam“ dove “sthira” sta per calmo, composto, sereno, stabile, durevole e fermo. Sukha corrisponde a beatitudine, benessere e gioia. Le posizioni quindi vanno accolte e prese con calma, con assetto stabile, non rigido.

Una delle posizioni più famose dello yoga? Cane rivolto verso il basso, anche conosciuto con il nome sanscrito di Adho Mukha Svanasana (Adho Mukh significa “rivolto verso il basso” e Svan significa “cane”). In sintesi palmi e piedi sono contro il terreno mentre tutto il bacino va verso l’alto e indietro. Prendendo questa posizione a V rovesciata tipica dello yoga, ci si entra dalla quadrupedia e si deve per forza connettere il movimento indietro delle anche con la respirazione e con una lentezza che permetta a tutto il corpo di arrivarci dolcemente. Lo stesso vale per altre posizioni che richiedono di mantenere l’equilibrio, come l’albero, o per altre che ci richiedono di inarcare la schiena, come il cobra o mezzo cobra.

Sono solo alcune delle numerosissime posizioni che ci consentono di entrare in un contatto profondo con tutto il corpo, specialmente andando a sentire le zone che percepiamo come disallineate, deboli anche magari per via di un precedente infortunio. Le posizioni finali non vanno viste come strumenti di competizione con se stessi/e o con altri ma come tensioni, traguardi il cui avvicinamento resta esso stesso un viaggio che avviene internamente.