Colite: cos’è, sintomi, cibi ammessi e da evitare

La colite è una malattia infiammatoria intestinale i cui sintomi possono peggiorare assumendo determinati alimenti: vediamo quali

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cos’è la colite?

La colite è una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge la mucosa e, in alcuni casi, anche gli strati più profondi della parete intestinale e in particolare del colon. Anatomicamente, il colon è il tratto dell’intestino collocato al termine del tubo digerente, che si collega al retto. Dal punto di vista funzionale e fisiologico, il colon è estremamente importante poiché coinvolto nell’assorbimento dei nutrienti e nell’eliminazione delle sostanze non utili e di scarto.

Nella colite, il sistema immunitario innesca una risposta a livello del colon, senza che vi siano batteri, virus o altri microorganismi da combattere. Il risultato è un’infiammazione data dalle difese immunitarie che interferisce con la funzionalità intestinale.

La colite si distingue in colite mucosa, nota come Sindrome dell’intestino irritabile, colite ischemica e colite ulcerosa, quest’ultima caratterizzata da lesioni lungo il rivestimento di colon e retto. La colite ulcerosa descrive una situazione in cui il colon è interessato da un colon cronicamente infiammato. Un’altra distinzione della colite riguarda la localizzazione dell’infiammazione: la colite può infatti interessare una breve sezione del colon o estendersi a tutto il colon o anche al retto.

Quali sono le cause della colite

Le cause della colite non sono del tutto note e si pensa che esista una predisposizione genetica alla base dell’infiammazione intestinale. Si ipotizza che nello sviluppo della malattia giochi un ruolo il sistema immunitario, attraverso una risposta contro microorganismi patogeni che si ripercuote sulle cellule intestinali. Sembra poi che le persone con una storia familiare di colite e i fumatori sviluppino più di frequente la malattia. La colite può scatenarsi a qualsiasi età, spesso in situazioni di forte stress, squilibri nelle abitudini alimentari o in seguito all’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS. La colite è inoltre correlata a un’altra malattia infiammatoria dell’intestino nota come morbo di Crohn.

Sintomi della colite

I sintomi della colite variano in base alla gravità dell’infiammazione e dell’area intestinale coinvolta dal processo infiammatorio. Nella maggior parte dei casi, ai periodi di malattia attiva seguono periodi di remissione. In genere i sintomi più comuni includono manifestazioni legate all’infiammazione e al malassorbimento dei nutrienti:

  • Diarrea e/o stitichezza
  • Dolori e crampi addominali
  • Gonfiore addomilale
  • Affaticamento
  • Inappetenza
  • Perdita di peso
  • Sanguinamenti

Quando si verificano cambiamenti nelle abitudini intestinali che persistono nel tempo o se si soffre di uno o più dei sintomi sopraelencati per più di due settimane è necessario rivolgersi al medico per una diagnosi e una terapia idonea. Le infiammazioni a carico dell’intestino possono infatti avere conseguenze anche molto gravi per la salute, perché l’intestino svolge ovviamente un ruolo fondamentale nella digestione e nell’assorbimento delle sostanze nutritive. Un’alimentazione corretta, sebbene non risolva la colite, sembra essere in grado di prevenire la comparsa della malattia o alleviare i sintomi quando si soffre di colite o si hanno delle ricadute.

Sintomi colite

Cibi ammessi e tollerati

Al momento non è stata elaborata una dieta in grado di risolvere la colite o un regime alimentare specifico e uguale per tutti. Il piano alimentare deve essere quindi studiato caso per caso, in relazione al tipo, all’intensità e alla gravità dei sintomi e prendendo in considerazione non solo i gusti della persona ma anche e soprattutto eventuali intolleranze.

In linea generale, chi soffre di colite può trarre beneficio da una dieta sana ed equilibrata ed esistono alcuni alimenti meglio tollerati e in grado di ridurre almeno parzialmente i sintomi della malattia. Ad esempio, la frutta a basso contenuto di fibre insolubili e le verdure ben cotte, prive di buccia e di semi sembrano dare meno problemi a livello intestinale rispetto a frutta e verdura crude, con la buccia e con i semi. Tra le fonti di carboidrati, spesso risultano meglio tollerati i cereali raffinati o gluten-free rispetto a quelli integrali e contenenti glutine, mentre per quanto riguarda le fonti proteiche, sarebbero da preferire il pesce magro e ricco di acidi grassi omega-3 dall’azione antinfiammatoria, la carne bianca, le uova e il tofu. Chi soffre di colite dovrebbe inoltre scegliere metodi di cottura semplici come la cottura a vapore o alla griglia che migliorano la digeribilità del cibo.

In caso di colite è poi preferibile mangiare poco e spesso durante il giorno, masticando a lungo e lentamente, evitando di inglobare aria che potrebbe generare gas e dolori a livello intestinale. Gli alimenti ricchi di probiotici possono aiutare a preservare il benessere intestinale e ridurre i sintomi della colite ed è anche importante rimanere idratati bevendo acqua, succhi non zuccherati, tisane sempre senza zucchero.

Poiché in alcune persone determinati alimenti possono scatenare i sintomi della colite, per capire quali alimenti peggiorano o migliorano le manifestazioni della malattia può essere molto utile tenere un diario alimentare. In caso di colite è però fortemente raccomandato evitare il fai da te in fatto di alimentazione e rivolgersi invece a un/una un nutrizionista che, sentito il parere del medico, sarà in grado di elaborare una dieta personalizzata.

Cibi da evitare con la colite

Come abbiamo visto, non esiste una dieta specifica da seguire se si soffre di colite, ma un regime alimentare sano ed equilibrato può essere d’aiuto per tenere sotto controllo i sintomi. Alcuni alimenti possono invece peggiorare le manifestazioni della malattia perché difficili da digerire e assorbire o perché in grado di contribuire all’infiammazione. In base alla gravità dei sintomi, la dieta può essere più o meno restrittiva, dunque è necessario farsi seguire dal medico e dal nutrizionista sia per elaborare un regime alimentare adeguato sia per valutare eventuali integrazioni.

Tra i cibi da evitare in caso di colite troviamo:

  • Bevande alcoliche
  • Caffè e altre bevande che contengono caffeina
  • Bevande gassate
  • Zucchero raffinato e dolcificanti (sorbitolo, mannitolo)
  • Legumi (fagioli, piselli, ceci)
  • Alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura crude
  • Frutta secca
  • Semi
  • Alimenti ricchi di grassi
  • Carni rosse o trasformate
  • Peperoncino e spezie piccanti

In caso di colite andrebbero dunque evitati gli alimenti confezionati, i dolci e gli alimenti ricchi di zuccheri raffinati o dolcificanti, i cibi fritti o che contengono burro, margarina, panna e grassi saturi, la carne rossa, i salumi, gli insaccati e le carni trasformate. Per quanto riguarda frutta e verdura meglio scegliere quelle più povere di fibre insolubili da consumare cotte e prive di buccia e semi.

Alcune tra le persone che soffrono di colite tollerano poco anche legumi e alimenti ricchi di fibre, come i cereali integrali. Tra le bevande, invece, vanno evitati gli alcolici, le bevande gassate e zuccherate, quelle che contengono caffeina e i succhi di frutta dolcificati. Chi è intollerante al lattosio non dovrebbe consumare latticini, mentre per le persone che soffrono di celiachia vanno eliminati gli alimenti che contengono glutine.

Colite cibi da evitare

Dieta Low FODMAP e colite

In pratica, i cibi da evitare per le persone che soffrono di colite sono stati identificati negli alimenti FODMAP, acronimo di “Fermentable, Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols”. I FODMAP includono monoscaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi e polioli comunemente presenti negli alimenti e facilmente fermentabili dall’intestino.

Esempi di queste sostanze sono infatti:

  • il fruttosio presente naturalmente nella frutta ma anche nel miele e in molti sciroppi dolci come lo sciroppo di agave e quello di mais;
  • il lattosio principale zucchero contenuto nel latte e nei derivati del latte;
  • i fruttani presenti nei cereali, ma anche nelle cipolle e nell’aglio;
  • i galattani contenuti nei legumi;
  • i polioli presenti in moltissimi frutti

Questi zuccheri forniscono energia all’organismo e normalmente non causano particolari problemi. Al contrario, risultano benefici per la flora intestinale nella maggior parte delle persone. Ognuno di noi ha però una propria soglia di tolleranza oltre la quale queste sostanze possono provocare disturbi intestinali. Nei soggetti con colite, così come nelle persone che soffrono di sindrome di colon irritabile, o IBS (Irritable Bowel Syndrome), questa soglia è molto bassa e i disturbi si manifestano anche con quantità molto piccole di alimenti che contengono FODMAP.

In queste persone, una dieta che include FODMAP può dare stipsi, diarrea, coliche e gli altri sintomi comuni sia alla colite sia alla sindrome del colon irritabile. In entrambe queste situazioni, per cercare di ridurre i sintomi l’approccio è quello di eliminare o limitare in modo importante tutti gli alimenti ricchi di FODMAP. Generalmente la fase di eliminazione o di forte limitazione viene portata avanti per un mese e mezzo o due mesi in cui si dovrebbe avere una remissione dei sintomi o quantomeno un miglioramento dei disturbi. Una volta riconquistata la funzionalità intestinale è possibile introdurre nuovamente gli alimenti precedentemente eliminati ma è importante che tale reintroduzione avvenga gradualmente. Di solito si procede reinserendo nella dieta un alimento per volta e aspettando almeno una settimana tra la reintroduzione di un alimento e quello successivo. In questo modo è possibile valutare di volta in volta se un cibo viene tollerato o meno e, di conseguenza, se può far parte dell’alimentazione abituale della persona o se deve essere scartato.

Poiché i FODMAP, come abbiamo visto, si trovano in svariati alimenti, molti dei quali rappresentano veri e propri pilastri di una sana alimentazione, è chiaro che la loro eliminazione o limitazione non è semplice. Ridurre in modo importante cibi come i cereali, i legumi, la frutta e la verdura, può infatti portare facilmente a una dieta sbilanciata se non si è seguiti da un/una professionista in nutrizione. Chi soffre di colite dovrebbe quindi evitare assolutamente il fai da te e rivolgersi al proprio medico e a un/una nutrizionista: solo in questo modo è possibile valutare la situazione e impostare una strategia di intervento personalizzata e sostenibili, che possa migliorare i sintomi senza avere conseguenze negative sulla salute.

Rimedi naturali

Sebbene non esistano rimedi naturali in grado di risolvere la colite si può comunque trovare aiuto nelle piante per ridurre i sintomi a carico dell’intestino. Ovviamente i rimedi naturali consigliati in caso di colite non sostituiscono l’intervento nutrizionale ma possono sicuramente offrire sollievo per diminuire crampi addominali e favorire la regolarità intestinale.

Prima di ricorrere a un rimedio naturale è sempre meglio chiedere consiglio al medico, al farmacista specializzato in fitoterapia o all’erborista. In questo modo non solo si potrà scegliere il rimedio migliore per la propria sintomatologia, ma sarà anche possibile evitare eventuali effetti collaterali o interazioni legate all’assunzione di erbe e farmaci o di più integratori assunti contemporaneamente.

Boswelia

La resina di boswelia ha azione antinfiammatoria che si rivela utile anche in caso di colite, trattandosi di una malattia a carattere infiammatorio. Si tratta di un rimedio utilizzato nella medicina ayurvedica, facilmente reperibile in erboristeria sia sotto forma di gommoresina sia come estratto.

Camomilla

La camomilla è una pianta comune e molto diffusa nei prati. Si tratta di un rimedio naturale utile per trattare numerosi disturbi, dai problemi di pelle alle disfunzioni gastrointestinale. I capolini di camomilla hanno infatti proprietà antinfiammatorie, antisettiche e spasmolitiche molto utili in caso di disturbi gastrici e intestinali. La si può assumere sotto forma di tisana, anche più volte al giorno, da preparare con i fiori di camomilla. La camomilla può essere assunta da sola o associata ad altri rimedi naturali come il cumino, il finocchio, la malva, la melissa. In caso di colite è bene chiedere consiglio all’erborista per una tisana personalizzata in base alle proprie esigenze e necessità.

Cumino nero

La nigella, nota anche come cumino nero (Nigella sativa), è una pianta utilizzata per diversi disturbi inclusa la colite, il meteorismo e i disturbi digestivi. L’olio presente nei semi di nigella ha infatti proprietà antinfiammatorie che possono aiutare a contrastare i sintomi della colite ulcerosa. Si può assumere sotto forma di infuso o tintura madre, entrambi acquistabili in erboristeria.

Finocchio

I frutti di finocchio, impropriamente chiamati semi di finocchio, sono il rimedio ideale se la colite è accompagnata da dolore addominale, gonfiore, tensione, meteorismo e flatulenza. Per combattere tali sintomi è possibile preparare un semplice infuso con frutti di finocchio in acqua molto calda, da lasciare in infusione per circa cinque minuti. L’infuso di finocchio ha un gradevole gusto che ricorda l’anice: lo si può preparare al mattino e sorseggiare nell’arco della giornata, oppure preparare e bere al bisogno, quando si manifestano i sintomi della colite. Può essere usato da solo o associato ad altre erbe dall’azione carminativa simile a quella dei semi di finocchio. Esempi di rimedi naturali che possono essere usati contemporaneamente al finocchio sono: anice verde e anice stellato, cumino, coriandolo, chiodi di garofano. L’erborista può anche preparare una tisana personalizzata associando tra loro rimedi diversi, dunque ad esempio a base di finocchio e camomilla per unire i benefici delle due piante e ottenere migliori risultati.

Ispaghul

I semi di Plantago ovata, pianta nota come Ispaghul, sono ricchi di mucillagini dall’azione emolliente, lenitiva e sfiammante sulle mucose. Se si soffre di colite associata a stipsi, i semi di questa pianta possono portare giovamento. I semi di si trovano facilmente in erboristeria e il metodo di assunzione può essere diverso: in alcuni casi si consiglia di assumere i semi con abbondante acqua, mentre in altri casi è preferibile lasciare i semi in ammollo per alcune ore e ingerire o solo l’acqua che nel frattempo si è trasformata in gel o sia l’acqua gelificata con i semi. Sono necessari alcuni giorni per poter apprezzarne i benefici e, inizialmente, è possibile che si assista a un peggioramento di fenomeni come gonfiore addominale e meteorismo che, normalmente, si risolvono spontaneamente dopo pochi giorni. Poiché la somministrazione di questo rimedio può interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci, si raccomanda di informare il medico, il farmacista o l’erborista se contemporaneamente si assumono terapie.

Malva

La malva è una comune pianta spontanea che troviamo facilmente nei prati e nei campi. Le foglie e i fiori di malva sono noti per il contenuto in mucillagini, sostanze dall’azione emolliente, lenitiva e sfiammante. In erboristeria è possibile acquistare foglie di malva essiccate con cui preparare tisane utili in caso si coliti che provochino anche stitichezza. Oltre alle foglie essiccate per infuso, sempre in erboristeria, si trovano sciroppi già pronti a base di mucillagini estratte dalle foglie di malva. Rispetto alla tisana, la mucillagine di malva risulta più pratica: è sufficiente assumerla come un normale sciroppo per godere dell’azione emolliente, lenitiva e blandamente lassativa.

Althea

L’altea è una pianta della famiglia delle Malvaceae, la stessa della malva, ed nota anche con il nome di malvone. La radice della pianta è usata in erboristeria per il contenuto di mucillagini, flavonoidi e altre sostanze dall’azione protettiva e antinfiammatorie. Le proprietà dell’altea possono essere sfruttate per diversi disturbi e anche per alleviare i sintomi di colite e colite ulcerosa. A questo scopo si utilizza in genere il macerato a freddo della radice che viene impiegato per effettuare clisteri. Assunta internamente, l’altea può invece essere d’aiuto per combattere la stipsi.

Alchemilla

L’alchemilla è una pianta dalle proprietà astringenti, antinfiammatorie, antispastiche e antisettiche. Questa pianta è consigliata in caso di colite quando la patologia provoca diarrea. La si può assumere sotto forma di infuso, decotto, macerato a freddo e in commercio si trova anche sotto forma di tintura madre o integratore contenente estratti secchi e fluidi.

Santoreggia

La santoreggia, così come molte altre piante aromatiche come la menta e la melissa, è ricca di olio essenziale dalle proprietà antisettiche e digestive, utili anche in caso di colite caratterizzata da diarrea. La si trova in erboristeria sotto forma di droga essiccata da usare in infusione oltre che come tintura madre e altre preparazioni, a volte con altre piante dall’azione simile.